ALDROVANDI, QUELLI DEL COISP CI PROVANO ANCORA

di Franco Frediani

Come se non fosse bastata la vergognosa gazzarra di Ferrara, avvenuta con la protesta portata addirittura sotto le finestre degli uffici dove lavora Patrizia Moretti Aldrovandi, madre di Federico, ucciso da quattro poliziotti il 25 settembre 2005 nella stessa città Estense, il sindacato di polizia Coisp è tornato provocatoriamente a farsi ancora sentire con due sit-in avvenuti ieri (martedì 7 maggio, ndr) a Roma. La scena questa volta si svolge in via Arenula, sotto il ministero di Grazia e Giustizia, e davanti alla sede del Consiglio Superiore della Magistratura, davanti agli occhi increduli e sorpresi di passanti e semplici cittadini.
Il passa parola è immediato e di lì a poco convergono sul posto decine di persone, tra i quali giovani dei centri sociali, e cittadini esterrefatti e offesi per ciò che stava accadendo. Ritorna tristemente in primo piano l’ormai nota immagine raffigurante il volto deturpato e sanguinante del povero Federico. I megafoni dei giovani iniziano a graffiare l’aria avvilita e triste, al grido di… “questa foto vi seguirà ovunque”! E’ Michele Sprovara, segretario provinciale Coisp di Roma, a farsi portavoce della protesta dei poliziotti, motivandola con la volontà di “continuare a sollevare la questione sul fatto che ci sono persone – in questo caso agenti di polizia – che vedono i loro diritti affievoliti rispetto a quelli degli altri cittadini”.
In parole povere, questo piccolo sindacato continua facinorosamente a difendere a spada tratta i quattro colleghi che la Cassazione ha condannato a tre anni e sei mesi di reclusione per l’uccisione di Federico Aldrovandi. Non ci pensano neppure a chiedersi se non sia già scandaloso che a questi sia stato concesso l’indulto, tanto da veder loro ridurre e convertire la pena in soli sei mesi di reclusione. Alle domande del giornalista che pone l’interrogativo “se si può definire come tutore delle Forze dell’ordine chi viene condannato per aver causato la morte di un giovane innocente”, lo stesso Sprovara si guarda bene dal rispondere, mentre per quanto riguarda l’eventualità di un sit-in per chiedere la radiazione degli agenti, si rifugia nella “misericordia” ministeriale! Intanto si apprende che una delegazione sindacale è stata ricevuta da un sottosegretario di Governo…
Dopo il danno si cerca dunque la beffa! La vita strappata ad un giovane ragazzo, sentenziata come “omicidio colposo”, avvenuto nelle circostanze che ormai tutti sappiamo, ambigue, sempre negate e attutite da un procedimento che fino all’ultimo ha minimizzato la vera portata dell’accaduto, non dovrebbe secondo questi “signori”, neppure essere punita con un misero giorno di galera! Infatti, è lo stesso Coisp a chiedere, o forse sarebbe meglio dire, “ad avere il coraggio di chiedere”, che siano applicate le normative di Legge che prevedono, per le pene inferiori ai 18 mesi, la commutazione delle stesse nell’affidamento ai servizi sociali! Mai accaduto in carriera di dover mettere tutti questi punti esclamativi…
Ci chiediamo come si possa trovare il coraggio per chiedere la scarcerazione di qualcuno (non ci interessa che sia questo un poliziotto o un pescivendolo..) che si è macchiato dell’orrendo crimine di omicidio, sia pure fatto passare per “colposo”! I tribunali di sorveglianza hanno avuto almeno il buonsenso di respingere questa soluzione motivandola con il mancato segnale di ravvedimento o altro di simile, da parte degli stessi colpevoli. La notizia ha l’obbligo di essere riportata; oltre che per la vergognosa sceneggiata, anche per l’assurda reazione dei poliziotti intervenuti sul luogo, che non hanno mostrato assolutamente “comprensione” per la vicenda nel suo complesso, permettendo, da una parte il proseguo di un presidio ingiustificato, quando c’è già stato il pronunciamento dei Tribunali di sorveglianza, e dall’altra mancando di un atteggiamento sobrio ed equilibrato nei confronti dei cittadini intervenuti a mostrare un’indignazione più che giustificata. Senza contare che, l’indignazione dimostrata, si è limitata a chiedere spiegazioni sulle ragioni di una presenza palesemente in contrasto con una realtà che reclamava invece buonsenso e rispetto per una vicenda che si trascina da tempo in maniera veramente vergognosa. E’ stato fatto attraverso frasi non certo incriminabili, che semmai mostravano stupore e abbattimento nel vedere che a questo sparuto “gruppo sindacale” veniva permesso di manifestare senza una giustificazione valida o comprensibile. Si ritorna quindi a vedere scene di film ormai visti e rivisti.
Compreso il fatto che non è stato impedito agli stessi rappresentanti del Coisp di effettuare riprese abusive con telecamere che hanno più volte inquadrato gli stessi “contro-dimostranti”. Non ci meraviglieremo se l’uso che ne potrebbe venir fatto non fosse “dei migliori”. L’illusione è dura a morire, ma forse sarebbe l’ora di pensare anche ad una vera riforma delle Forze dell’ordine che permetta un controllo super partes sull’operato dei tanti funzionari che, in nome di un presunto principio di responsabilità oggettiva, si concedono libertà improprie abusando di comportamenti non consoni alla situazione reale.

FRANCO FREDIANI

9 gugno 2013

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