Il governo Meloni vuole eliminare il liceo economico-sociale per creare il liceo del “Made in Italy”

Apprendiamo, dal testo della disposizione ripubblicato anche su “Orizzonte Scuola”, che é stata approvata, in data 28 dicembre, una nota ministeriale contente delle istituzioni per l’attivazione del cosiddetto “liceo del Made in Italy” nell’anno scolastico 2024/25.

É giusto premettere che, non essendo ancora passati i canonici 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, non é stato ancora definito né il regolamento né il quadro orario del nuovo indirizzo.
A farci capire la situazione, però, é una nota molto chiara: “tale regolamento sarà adottato nei limite della risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili.”.
Questo già ci dice moltissimo sulla situazione: un governo che sacrifica un liceo (l’indirizzo Economico Sociale del liceo delle Scienze Umane dovrebbe confluire in quello del Made in Italy) che non ha nessun motivo per essere sacrificato, visti anche i risultati di aumenti delle iscrizioni annue, e che non vuole affrontare i problemi strutturali di un sistema scolastico che, distrutto da Renzi e Gelmini, nemmeno questo governo ha voluto propriamente finanziare.

Una situazione sempre più pesante che avrebbe bisogno di tutt’altro rispetto a nuovi indirizzi.

In questi giorni é in atto una strenua resistenza, che appoggiamo in toto, da parte di insegnanti e presidi che, all’interno dei consigli docenti, bocciano la proposta di inserire il “made in Italy” come percorso.

Invitiamo il governo a fare un passo indietro su questa decisione, sia viste le premesse riguardanti lo stato generale della scuola italiana sia vista la creazione di questo movimento di resistenza direttamente tra le persone che la scuola la vivono in prima persona.
Ribadiamo la nostra posizione in merito: la scuola deve essere al primo posto nell’agenda di quei governi che vogliono il bene di un popolo che, sempre di più, ha totale difficoltà ad emanciparsi. Ribadiamo la necessità di investire in scuola e università e, nello specifico del tema della carenza di organico, la stabilizzazione dei docenti precari.