Referendum del 17 aprile: un pugno di sabbia negli ingranaggi nel sistema

Care compagne e cari compagni Il 17 Aprile abbiamo un appuntamento importante con il nostro pianeta Terra e con le nostre vite.

Il referendum del 17 Aprile  non deve essere visto né come un punto di arrivo né tantomeno come un punto di partenza, bensì  un momento di transizione per continuare a costruire il percorso di un  necessario cambiamento culturale e per intensificare la lotta contro ogni sfruttamento posto in essere dall’attuale sistema capitalistico.

Tale referendum abrogativo come ben sappiamo non porterà alcuna conquista sostanziale riguardirpiniao la questione trivellazioni petrolifere in mare e in terra. Poiché uno strumento di democrazia diretta nell’attuale sistema – dove sussiste una sistematica sospensione della democrazia  e dove il potere politico è completamente  assoggettato al potere finanziario ed economico  – non potrà in nessun caso  condurci alla conquista e al godimento dei suoi frutti.

Dall’altro canto però bisogna dire che il referendum è come un grosso faro che sta permettendo alla questione trivellazioni petrolifere e dunque all’orientamento retrogrado della strategia energetica nazionale , dettato dal governo Renzi  in linea con la politica dei  governi precedenti, di essere messo a nudo e all’attenzione di tutti.  Di questo, della volontà a non voler chinare il capo alle grandi multinazionali, ad un governo irrispettoso del suo popolo si è discusso Sabato 09 Aprile, all’assemblea “L’Italia non si trivella” indetta a Napoli dai GC. Erano presenti rappresentanti dei coordinamenti No Triv Irpini e napoletani, era presente un esponente di Greenpeace, il coordinatore nazionale dei GC Andrea Ferroni, in collegamento i compagni del movimento No Triv di Potenza. L’attenzione è stata incentrata  ovviamente sul referendum, all’importanza di un voto che potrà e dovrà portare ad una maggiore sensibilizzazione e ad una grande presa di coscienza. L’assemblea ha proposto una grande rete in cui tutti dovremmo fare la nostra parte, in cui tutti dovremmo entrare e permettere alla nostra intelligenza di non essere offesa.

Dunque il 17 Aprile, andiamo alle urne con la consapevolezza di opporci seriamente ad un modello di sviluppo alimentato da fonti energetiche fossili che fino ad ora ha comportato soltanto devastazioni dei territori,  danni irreversibili sull’ecosistema e all’imbarbarimento delle persone.

 

Il 17 Aprile votando Sì potremo decidere di proiettarci collettivamente e definitivamente verso un modello di vita alternativo che metta al centro il rispetto dell’uomo e dell’ambiente,  basato su fonti energetiche rinnovabili evitando ovviamente formule speculative.

Ci prepariamo dunque a compiere un importante passo verso un altro mondo necessario.  Però questo passo non ci permetterà di dormire sonni tranquilli, ma come ogni passo deve farci riflettere e dall’analisi del risultato raggiunto, abbiamo la responsabilità storica di intensificare la lotta nei territori e tra la gente per la costruzione del conflitto sociale.

Dunque uno dei compiti dei giovani comunisti deve essere quello di saper costruire delle vere e proprie comunità resistenti  attorno alle problematiche ambientali e sociali che riguardano tutto il territorio nazionale e non solo, mettere in rete le diverse esperienze di lotta, le conoscenze, le informazioni, le conquiste e le sconfitte. In questo modo riusciremo a comporre quel processo rivoluzionario che ci porterà al ribaltamento dei rapporti di forza a favore delle classi sociali meno abbienti che soffrono maggiormente  le contraddizioni di un sistema scoordinato e conflittuale.

Carmine Santoro                                                                                             

Federica Melito

coordinatori GC IRPINI
gruppo ambiente nazionale GC

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