Cantautore prima dei cantautori, militante colto e intellettualmente acuto, Fausto Amodei si distingue come una figura unica nel panorama musicale italiano del Novecento, una mosca bianca capace di coniugare impegno sociale, acutezza critica e sensibilità artistica.
Con la sua voce pacata ma incisiva, ha saputo raccontare le ingiustizie e le contraddizioni di un sistema economico spesso crudele e insensibile, prendendo di mira le bassezze, le ipocrisie e le barbarie della società con una lucidità rara. Armato soltanto della sua inseparabile “chitarra ciondoloni”, strumento semplice ma carico di significato, e di una raffinata ironia che gli permetteva di colpire senza mai essere banale, Amodei ha saputo trasformare la canzone in uno strumento di denuncia e riflessione, capace di educare e divertire allo stesso tempo.
La sua musica, apparentemente modesta e senza eccessi, si rivela in realtà un concentrato di saggezza e sagacia, capace di attraversare decenni senza perdere vigore, e di parlare a chiunque voglia ascoltare con orecchio attento e cuore aperto, soprassedendo sul comparto tecnico e di registrazione coevo all’autore e dunque un po’ arrugginito.
In un’Italia che spesso dimentica i suoi storici, Fausto Amodei resta un faro, un esempio di come arte e impegno possano fondersi in modo armonioso, con leggerezza apparente e profondità ineguagliabile.
Alessandro Lischi e Samuele Soddu