Un altro punto di vista sul Pride

Riteniamo positivo quando in un territorio si lavora. Meno positivo quando al lavoro si sostituiscono proclami utili a pontificare, creando poi a tavolino una presunta superiorità morale e politica. Il “comunicato festoso”, dove si descrive la partecipazione dei GC di Catania e siciliani al pride palermitano è uno di questi casi. Allarma il tono dello stesso, impregnato di bertinottismo in stile “disobba”, che riporta i GC all’anno 0, o se preferite all’anno 999 AC ,
quando nel nostro giornale di partito l’inserto queer pubblicava nella pagina degli appuntamenti i party ursini, dove poter cuccare dei “teneri Bear”, o recensiva “i libri da leggere con una mano sola” .
Per ridere macabramente potremmo anche ricordare gli elogi sul micropisello e le teorie sulle rivoluzioni da praticare per via anale. Penoso poi il “glorioso” riferimento a Luxuria, che recentemente ha espresso la propria simpatia per il centrodestra, al cui confronto Flavia Vento è come la Montalcini (o se preferiamo Solange è come Rubbia).
Una simile premessa è utile perchè il “comunicato giocondo” ci riporta indietro alla sindrome paranoia schizofrenica della sinistra conservatrice: quella che vuole addossare ai comunisti atteggiamenti fascisti inesistenti per poi dissociarsi e apparire più bella e più mansueta.
Un’operazione che ricorda, in piccolo, quella che è stata fatta contro la memoria della resistenza Jugoslava, Togliiatti e qualsiasi cosa possa esser riferita a “crimine del socialismo” per la storiografia pennivendola occidentale.

Occorre dunque dare alcuni suggerimenti al compagno Iannitti: Si può capire che nel DNA di molti compagni ci sia l’ostilità e l’odio delirante verso il PCI. Riteniamo invece ci si debba sciacquare la bocca prima di criticarlo quando se ne parla in modo sterile e senza la minima conoscenza della storia.
Il PCI è stato il più importante soggetto politico del campo progressista del nostro paese. Ha rivestito un ruolo di primo piano nella fondazione della nostra Repubblica e protagonista della stesura della nostra Costituzione. Una Costituzione dove si sanciscono e garantiscono – ahimè di recente solo sulla carta – l’uguaglianza, i diritti e i doveri dei cittadini.
Ricordiamo inoltre che il “sessista” PCI ha lottato tenacemente per l’emacipazione femminile di questo paese e per le pari opportunità reali, non il semplice mettere * nè o/a (i/e) davanti alla parola compagn_, stiamo parlando di cose come il DIVORZIO, non di cazzate come le recenti teorie sul patriarcato, scimmiottanti in modo trito e ritrito
il periodo della contestazione.
La prima donna presidente della camera è stata del PCI e l’ UDI, unione donne italiane, era fortemente voluta e aiutata dallo stesso. Inutile ricordare due grandi CompagnE come C. Ravera e N. Iotti che di certo non rammendavano calzini ai segretari Machisti… Pasolini – compagno degno di rispetto – ha dato molto alla cultura del nostro paese; però trovo assurdo parlare di omofobia nel partito, visto che la sua espulsione cautelativa fu dovuta al fatto che negli anni ’40/’50 adescare minorenni era, e rimane per fortuna, un grave reato. La natura controversa di questa figura, a prescindere poi da qualsiasi
giudizio, non può esser certo liquidata in qualche sterile e ipocrita considerazione da piccoli demagoghi.

E’ molto facile criticare senza assumere una posizione costruttiva, crediamo invece sia utile avviare una riflessione.
Essere contro l’omofobia, non è agire a tutela di una diversità nè coltivare in modo acritico e autoreferenziale un orticello ghettizzato; dunque non lo è neanche creare una distinzione fra omosessuali e non omosessuali, poichè questo servirebbe ad accentuare ulteriormente una differenza che non esiste.
Non è omofobico parlare di contaminazione?Vediamo davvero il nostro partito come una suggestiva tribù Zulu in cui
condividere folklore e fumare tabacco o riconoscere l’uguaglianza di cittadini normali con diritti e doveri come tutti gli altri?
I pride perdono la loro funzione politica di lotta se rimangono eventi vuoti di discussione costruttiva e pieni di drag e musica techno, organizzati con enormi profitti e interessi per chi gestisce locali, serate in discoteca e tutto il business GLBT. Non è preoccupante che i dirigenti Arcigay siano spesso criticati per la scarsa trasparenza e la collusione col lobbysmo del business GLBT?

L’argomento in questione riguarda la sfera personale di ogni individuo e il movimento LGBT, non percorre di certo il sentiero verso l’emancipazione bensì verso una maggiore segregazione a tratti massonica. I GC dovrebbero più che imparare dagli altri, cercare di suggerire piattaforme più costruttive di lotta per problematiche che accomunano omosessuali e non. In questo caso, parole come contaminazione e tutela perderebbero senso.

C’era uno stato socialista che nella metà degli anni ’80 promuoveva incontri e discussione tra i giovani contro l’omofobia trattando l’argomento in maniera civica ed educativa.

Questo stato era la Germania EST, mandava in parlamento il 25% dei deputati sotto i 30 anni e, mentre nell’Ovest si è dovuto aspettare gli anni ’90, lì si depenalizzava il reato di omosessualità gia venti anni prima. Ecco i Machisti — Leninisti intrisi di omofobia e patriarcato!

GC Torino 2.0
GC Civitavecchia
Satta Paolo Daniele, GC Cagliari
Addis Fabrizio, GC Cagliari
Carta Andrea, GC Cagliari
Spanu Giacomo, GC Cagliari
Frau Alessio, GC Medio Campidano
Parti Andrea, GC Firenze
Valerio Bosisio GC Lecco
Socialismo XXI
Marco del Monaco, pdci bruxelles
Matteo Giubilato GC Versilia
Franceco Ciski Sargentini – Socialismo XXI Perugia

25 commenti su “Un altro punto di vista sul Pride”

  1. Pingback: Giovani Comunisti/e » Blog Archive » Un altro punto di vista sul Pride

  2. Mamma mia, a che livello basso di polemica si giunge! Su questa questione si è riusciti a tenere un buon livello per qualche battuta ora stiamo scivolando nel ridicolo di nuovo.
    Ma poi, in così tanti firmatari fate un articolo di tale fatta per rispondere a cosa?? Al “comunicato festoso” di Iannitti…. mah!
    Questo avrebbe bisogno di una redazione seria perchè non è solo ad uso interno; tuttavia a chi lo apre si rizzano i capelli in testa e fugge a gambe levate.
    Spero vi rendiate tutti conto che si sta smembrando tutto….

  3. Innanzitutto il titolo originale è “Omofobia: Serietà Comunista, non carnevalate”

    http://www.facebook.com/note.php?note_id=138685556157842&id=100000869930408

    Caro Gio, mi pare evidente che questo comunicato condiviso con altre realtà e compagni (c’è l’adesione libera, per questo vedi diversi nomi che si aggiungono giorno dopo giorno) nasce non come risposta al singolo compagno.
    Abbiamo preso al balzo la situazione. Visto che nell’ultimo mese sul sito si parlava quasi solo di questo.
    Abbiamo esposto il nostro punto di vista esponendo delle critiche, senza ottenere reali risposte.

    Eccone un esempio:
    “I pride perdono la loro funzione politica di lotta se rimangono eventi vuoti di discussione costruttiva e pieni di drag e musica techno, organizzati con enormi profitti e interessi per chi gestisce locali, serate in discoteca e tutto il business GLBT.
    Non è preoccupante che i dirigenti Arcigay siano spesso criticati per la scarsa trasparenza e la collusione col lobbysmo del business GLBT?”

  4. Ottimo comunicato, speravo vivamente che con la fine dell’era bertinottiana certe posizioni frek & pride fossero riviste, invece mi accorgo di no.
    Meno male che c’è qualcuno che riporta la discussione nella realtà.
    Avanti così!

  5. state veramente fuori, non mi stupisce che tra un po’ vi manca anche il quarto per giocare a tresette. mia nonna è molto più giovane (e comunista) di voi. ma rileggetevi prima di pubblicare certe cose, vi esponete al ridicolo. il problema è che neanche ve ne rendete conto. la GERMANIA DELL’EST??? ma riprendetevi. ma scherzate o dite sul serio? per carità, il business e altre cose dietro ai pride si può discutere. ma voi altro che al bertinottismo. siete fermi alla cortina di ferro. ma vi rendete conto di dove e in che anno vivete o prendete solo per il culo voi stessi e gli altri?

  6. cito parte di un commento del compagno Ramon Mantovani, che credo colga il punto della questione, e soprattutto mette in evidenza il sentimento che ha stimolato l’articolo dei Compagni di Torino, Civitavecchia, Perugia, Cagliari, Lecco, Firenze ecc….
    “dire che chi pensa che le contraddizioni debbano essere ordinate in una gerarchia sia omofobo è una solenne cazzata. o se si preferisce una iperbole priva di qualsiasi base reale. cioè una iperbole del nulla.
    sarebbe come dire che l’omosessuale al quale non frega nulla degli immigrati o degli operai salariati, e che si sente sinceramente liberale è un oppressore degli sfruttati ed è quindi illiberale.
    Non si da l’automatismo su cui è fondato il ragionamento di matteo (Iannitti). A meno che non si tratti di processo alle intenzioni.
    a meno, cioè, che non si dica che gli omofobi giacché sanno di essere impopolari si sono inventati la teoria della gerarchizzazione delle contraddizioni per meglio perseguitare gli omosessuali.
    inoltre matteo (Iannitti) sembra mettersi su un piedistallo dal quale giudicare gli altri. sostanzialmente identificando in una teoria politica come complice dell’omofobia e un’altra come antiomofobica.
    la storia è piena di comunisti di formazione bordighiana che teorizzavano l’arretratezza della lotta al fascismo e che si batterono come leoni con le armi in pugno contro i fascisti e di comunisti di formazione gramsciana che scapparono a gambe levate.”
    Ecco è proprio questo il punto.
    Io posso anche vederla in maniera differente di altri sull’utilità dei gay pride, ma sarei il primo a scagliarmi contro qualsivoglia oppressore delle libertà altrui, e tra questi dunque quelle degli omosessuali, trans, lesbiche. bisex.
    Non si può accettare la posizione superficiale e presuntuosa di Ianniti, ed anche la strumentalizzazione che alcuni compagni fanno dall’articolo che mi vede tra i firmatari dell’articolo (“Omofobia: Serietà Comunista, non carnevalate” GC Civitavecchia).
    Credevamo tutti che col finire dell’”era bertinottiana” alcuni modi di fare ed intendere la politica fossero cambiati, ed invece dobbiamo prender nota del contrario.
    Il tutto mi rattrista e non poco.

  7. x ernesto:
    hai argomentazioni o vuoi che ti risponda insultandoti.
    Ti posso assicurare che annovero un ricco vocabolario in questo campo.
    Si può far la critica che si vuole, rimanendo però nella sfera del rispetto e dell’educazione.

  8. Ovviamente per Ernesto è “pericoloso” ricordare che in uno stato socialista si era più avanti della capitalista Germania dell’Ovest.
    E’ pericolo visto che i sondaggi dicono che sia gli abitanti dell’Ovest che dell’Est rimpiangono la DDR
    Meglio non ricordare.

  9. Antonio Perillo

    Compagne, compagni,

    è bene intendersi sui termini. Io non penso che sia omofobo chi pensa che ci sia una contraddizione principale, cioè quella capitale/lavoro e che le altre siano ad essa subalterne e tutto sommato fuorvianti per l’operato di un buon comunista. Questa non è omofobia, questa è miopia politica. Perché anni di elaborazione culturale in questo partito ci hanno mostrato il legame imprescindibile fra l’organizzazione capitalista della produzione, l’ordinamento della società nella famiglia patriarcale autoritaria e gerarchica e di conseguenza l’oppressione delle donne e delle minoranze sessuali.
    Chi non coglie questo nesso fa un errore di analisi, non un atto di omofobia. Sottolineavo nel mio articolo come anche laddove siano concessi agli omosessuali lesbiche e trans i diritti (così come lo sono alle donne da più parti) ciò non significhi che sono cessati organizzazione patriarcale, sessismo, omofobia. Perché queste cose sono effetto dell’organizzazione primaria della società.
    In questo senso bisogna sostenere fino in fondo la battaglia del movimento lgbtqi perché essa arriva anche oltre quanto lo stesso movimento riesca a vedere in questo momento. In questa italia clerico-fascista non hanno diritti e quindi si attestano su un livello rivendicativo, spesso con indulgenza anche verso chi (vedi Carfagna) non fa che concedere loro dello spazio mediatico in maniera oltremodo ipocrita. Noi dobbiamo stare in quel movimento, diventare accoglienti per le compagne e i compagni lgbtqi (cosa che oggi non siamo) e contribuire alla consapevolezza politica del movimento.
    Sbaglia anche chi vede negli articoli mio e di Iannitti una nostalgia del partito bertinottiano e dei Gc che furono. Tutt’altro. Non siamo rimasti nel partito per nulla. In quel partito, ad un’analisi corretta su tanti temi, corrispondevano prassi del tutto opposte o puramente inclinate sul lato mediatico e dell’immediato consenso elettorale. In questo senso l’esperienza Luxuria, addirittura difesa nella disastrosa esperienza all’Isola dei Famosi perché “testimone” della problematica lgbtqi. Tutt’altro, dicevo: il nostro compito è costruire la mobilitazione, stare nei movimenti, non cercare una bandiera che li rappresenti e che ci porti qualche voto.
    E’ l’assenza del lavoro politico sul tema che denunciamo, non è certo un revival del sansonettismo. Dio ce ne scampi.

    E’ omofobo, invece, a mio avviso, chi parla dei Pride come delle carnevalate. Questa è un’offesa bella e buona ad una soggettività che usa lo stesso lessico della Lega Nord. Un altro pezzo dell’elaborazione del Prc e dei Gc dal 2001 in poi è il rispetto per l’espressione delle altre soggettività politiche e di movimento e verso la loro maniera di stare in piazza (quando queste non siano funzionali direttamente alla reazione, come nel caso del Blocco Nero a Genova).
    Le sfilate dei Pride hanno una precisa ragione storica come diceva qualcuno nei commenti e poi sono la diretta conseguenza dell’annullamento cui è costretto oggi in Italia e altrove chi vive quella condizione. Dall’alto di cosa noi giudichiamo come stanno in piazza dei movimenti??
    Si dice che anni di Pride non hanno prodotto nulla di concreto in quanto a diritti per omosessuali lesbiche e trans, che manca loro la consapevolezza dei problemi. Bene, qual è allora il nostro compito? Lavorare perché questa aumenti o restarcene sul pulpito a giudicare?

  10. Io contesto che voi utilizzate un “comunicato festoso” per tornare sempre sulle solite discussioni stucchevoli e distruttive sulla cultura politica. Mi riferisco a tutto avete scritto sul PCI e sull’ avversione di qualcuno di noi ad esso. Il tutto, naturalmente, è totalmente pretestuoso per tornare sempre e costantemente sulle solite polemiche sulla cltura politica con le quali si creca di distruggere e annullare l’ “avversario”. Non ve ne accorgete che utilizzate dei termini più simili ad una disputa fra juve e inter fra opposte tifoserie che ad una discussione politica?

  11. Antonio Perillo

    Scusata, ma cosa cavolo c’entra il bilancio dell’Arcigay con l’opportunità politica di sostenere il movimento glbtqi? Qualcuno propone forse di fare i manovali dell’Arcigay durante i Pride, di guidare i loro carri o fare i PR per le loro discoteche??
    Che il movimento lgbtqi come tanti altri movimenti, persino quelli operai, abbia contraddizioni al proprio interno è un fatto, che nessuno sta negando. Ma nessuna contraddizione (sulla quale invece andrebbe fatta leva) può motivare una presa di distanza da quella lotta.

  12. Oh finalmente, tutto il contrario. Non lo si nega, si fa finta di niente
    E vogliamo denunciarlo o fare finta di niente?
    Perchè parte del problema parte da qua.
    Capire le dinamiche del pride, cosa che non si vuole mettere in discussione.
    Da qui parte l’errore, l’aver paure di capirne le dinamiche.

    Ed intanto, il partito che non deve avere priorità, sul nostro sito pubblica 6 articoli sul lavoro, 20 sui pride/omosessualità.
    Questa è un altra parte del problema.

  13. Antonio Perillo

    Guarda che tutte le organizzazioni politiche, associazioni, movimenti, hanno contraddizioni al loro interno. Mica sono un sostenitore dell’Arcigay. Sono un militante del Prc che sente propria la battaglia del movimento lgbtqi.
    Che ci siano tanti articoli sul Pride, magari, è perché esistono posizioni allucinanti come le vostre, del tutto incompatibili con la storia della rifondazione comunista, e alle quali è più che giusto rispondere.

  14. 6 articoli sul lavoro “Andrea “Perno” Salutari”? ah, capisco, non leggi, o meglio non hai mai letto più di un volantino e sei cresciuto solo ripetendo slogan a memoria. al tizio della DDR: la (n)ostalgia, che bella cosa. se eri fascista rimpiangevi il ventennio quando i treni arrivavano in orario. incredibile, sareste i “giovani comunisti” e siete nostalgici di un’epoca che neanche avete vissuto. che tristezza. veramente questo partito è caduto proprio in basso. per qualsiasi cosa rispolverate la santa vecchia liturgia che vi ha portato dove siete ora. criticate a ragione il bertinottismo, ma ricordate pure che è stato l’unico momento in cui avete contato qualcosa perché vi siete aperti ai movimenti invece di rimanere nella stanzetta a pregare per la sorte dei cinque eroi cubani, a tifare per milosevic e a disegnare la falce e martello sul diario. ma svegliatevi che probabilmente (speriamo per voi) neanche eravate nati prima dell’89.

  15. Caro Ernesto detentore della verità e del progressismo
    Bel momento il Bertinottismo:
    proposte di legge per cambi di sesso gratis
    Legge 30 invariata, precari di stato abbandonati a se stessi
    Presidenza della camera a Bertinotti che approfittava del “contare qualcosa” per frequentare i Salotti
    http://lafrusta.homestead.com/fili_bertinotteide.html

    sulla DDR non stiamo parlando di 80 che nel 20ennio aveva 20 anni, stiamo parlando di 40enni che erano nostri coetanei e con ricordi ben più lucidi.
    http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=504063&idsezione=9&idsito=1&idtipo=2

    noi non eravamo nelle stanzette , eravamo tanti e forti, i Giovani Comunisti erano una realtà enorme e funzionante, finchè non arrivarono i Berty boys, metà leccatori di culo, metà fricchettoni d’elite e allora iniziò la nenia di sciogliere tutto nei movimenti, nei disobbedienti, contaminarci con Wlady, il tutto nel nome del più becero anticomunismo e nuovismo.
    i movimenti ormai sono sciolti, Casarini è imprenditore, Wlady è la servizio del lavaggio di cervelli di questo paese.
    Continuate così…Disobba way of life…

  16. Ma Ernesto hai il cervello collegato? Perchè le tue risposte non hanno senso.
    Mentre tu ti rammarichi del cambio di sesso gratis (grande proposta di Luxuria) io mi rammarico che fra 2 settimane mi scade il contratto e la fabbrica potrebbe lasciarmi a casa… (perchè mica vorranno pagarmi le vacanze)

    Ad ognuno le proprio priorità.

    Ma soprattuto Firmati Ernesto va…

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