L’inchiesta e il radicamento dei GC nell’università

di Matteo Quarantiello Si è conclusa il 9 Luglio la presentazione dei risultati dell’inchiesta sugli affitti rivolta agli studenti universitari “fuori sede” in affitto a Cagliari. L’iniziativa ha visto protagonisti i Giovani Comunisti universitari e in particolare quelli che svolgono rappresentanza studentesca all’interno del progetto UniCa 2.0. Poco più di un anno fa infatti, sotto iniziativa dell’UDU Cagliari e dell’associazione Jan Palach, si è dato vita ad un progetto per la costruzione di un gruppo di rappresentanza universitaria. In occasione delle elezioni dell’Aprile 2009 anche i GC, parte del movimento “dell’Onda” e un gruppo di studenti delle case dello studente aderisce al progetto, gettando le basi per la nascita di un associazione ampia e schierata nell’ateneo sardo che stravince le elezioni studentesche a tutti i livelli. I GC portano a casa un ottimo risultato, eleggendo una dozzina di rappresentanti nei consigli di facoltà, un compagno nel CDA dell’università e costruendo intorno alla propria organizzazione una rete di consenso guadagnata sul campo. Oggi i GC hanno anche rappresentanti nei consigli di corso e tre membri nel consiglio degli studenti dell’ateneo.

Diversi mesi fa in assenza di una struttura dei Giovani Comunisti è stato il dipartimento federale “Conoscenza” del PRC di Cagliari ad essere il luogo d’incontro dei compagni giovani che lavoravano nell’università ed’è stato anche il luogo di elaborazione dell’iniziativa sugli affitti.

In Aprile finalmente, dopo la conferenza nazionale di Pomezia che ha ridato gambe ai Giovani Comunisti, è partita l’inchiesta sugli affitti targata GC e UniCa 2.0.

La città di Cagliari è storicamente denominata la “città delle tre M”: Mattone, Massoneria, Medicina, e la lobby nel settore immobiliario è famosa per essere trasversale a tutta una serie di settori, non in ultimo la politica. Cagliari è anche una città universitaria che non ha mai considerato a sufficienza il fenomeno sociale degli studenti che ogni anno popolano sempre più il capoluogo della Sardegna. Da qui l’idea di un’inchiesta che viaggiasse su un doppio binario: da un lato la denuncia politica ad un annoso problema di cui tutti sanno ma tutti tacciono a qualsiasi livello; dall’altro un’iniziativa che quantificasse il fenomeno in relazione al problema studentesco e proponesse una strada per aprire una vertenza tesa a risolvere il problema.

Nei primi giorni di Aprile nasce così il blog www.UnicAffitti.info, che diventa rapidamente il punto di riferimento dell’iniziativa, grazie anche alla diffusione sul social network “Facebook”.

Per due mesi una quindicina di militanti dei Giovani Comunisti hanno diffuso il questionario di venti domande da loro elaborato nelle mense universitarie e via internet. Gli studenti “fuori sede” che si ritrovano a pagare affitti in nero, senza alcuna tutela sindacale e a prezzi esorbitanti per poter studiare nell’università di Cagliari, sono stati il campione di riferimento.

L’iniziativa “UnicAffitti” cattura l’attenzione delle radio locali e delle associazioni che da tempo si spendono per contrastare la giungla degli affitti in nero, questo aiuta la diffusione del questionario e del blog. La diffusione del questionario diventa inoltre l’occasione per volantinare nell’università, parlare del problema con gli studenti, farlo tornare argomento di discussione sulla stampa o fra le chiacchierate informali nelle facoltà. Vengono raggiunti i mille questionari compilati nel mese di Maggio e i giovani comunisti preparano un’analisi dettagliata, organizzando una presentazione pubblica per discutere i risultati con la presidente dell’ERSU (ente regionale per il diritto allo studio universitario in Sardegna) e i sindacati SUNIA e CGIL.

La tanto attesa presentazione dei risultati viene posticipata nel mese di Giugno a causa della campagna elettorale, cadendo in un periodo infelice, tra facoltà ormai vuote, appelli d’esame e studenti fuori sede che tornano nei rispettivi paesi. Il successo dell’iniziativa si attesta però fuori da ogni previsione, la partecipazione studentesca dignitosa e il risalto mediatico strepitoso. Nei giorni successivi infatti l’iniziativa cattura l’attenzione delle radio, TV e testate locali, dando enorme visibilità allo studio effettuato e alle organizzazioni promotrici (GC e UniCa 2.0).

L’analisi snocciolata nella relazione sui risultati è lunga e articolata, difficile da esporre decontestualizzandola dai dati per cui vi rimando ai riferimenti per i dettagli. Nella parte conclusiva dell’elaborato però i Giovani Comunisti lanciano una proposta concreta dall’alto contenuto politico, rivolta sopratutto all’ente regionale. Gli studenti “fuori sede” subiscono il continuo ricatto del proprio padrone di casa a causa della mancata unità e dell’impossibilità di aprire una vertenza che dovrebbe agire su un arcipelago di situazione diversificate. Si è così avanzata la proposta, coperta dalla relativa documentazione legale, di fare in modo che sia l’ente regionale a fare da intermediario per chi cerca casa, affinché gli studenti abbiamo un unico interlocutore a cui rivolgersi e col quale poter aprire delle rivendicazioni sindacali. Questo scardinerebbe il mercato degli affitti in nero, potrebbe portare alla pretesa di un calmiere sui prezzi e tutte una serie di ricadute positive. Il fulcro della proposta è stato ripreso in modo impeccabile da una parte della stampa (cosa assai rara), consentendo ai Giovani Comunisti di dimostrare l’utilità pratica dell’unità nelle lotte, da contrapporsi alla malsana idea di concertazione individuale che ormai sta divampando soprattutto nel mondo del lavoro.

La chiave del successo dell’inchiesta come strumento politico è stata nel non lasciarla come iniziativa fine a se stessa. Durante la presentazione si è costruito il primo embrione di mailing list fra gli studenti fuori sede presenti (che va ad aggiungersi ai numerosissimi contatti su Facebook), e dopo la discussione si è fortificata la rete indispensabile fra studenti, associazionismo e sindacato per la costruzione di un comitato di rivendicazione per il prossimo autunno.

L’intero progetto è quindi a buon punto, si son gettate le basi per la costituzione di un comitato, supportato dal sindacato, che ha già una proposta da rivolgere alle istituzioni. L’ente regionale è già “tirato per la giacca” dalla stampa, che su questo argomento continua a rincarare la dose in questi ultimi giorni.

La diffusione via internet è stata indispensabile per il successo dell’intera iniziativa, non solo per diffondere le informazioni, ma la stessa compilazione del questionario è avvenuta per quasi la metà del campione via internet. I dati dell’inchiesta sono ora disponibili in rete e hanno già trovato l’interesse di altri gruppi politici a sinistra oltre che della stampa e degli studenti. Nel frattempo il blog e la pagina Facebook continuano ad essere il punto di riferimento, quest’ultima in particolare nei giorni immediatamente successivi alla presentazione dei dati ha raddoppiato i propri iscritti.

Alcuni riferimenti:

Blog: http://unicaffitti.info

Facebook: http://www.facebook.com/pages/UnicAffittiinfo/119229558102955

Relazione consultabile online o scaricabile: http://unicaffitti.altervista.org/risultati-inchiesta/

L’inchiesta si è rivelata uno strumento efficace sotto tantissimi aspetti, ha permesso di conquistare un’ottima credibilità contribuendo ad abbattere il pregiudizio che spesso latita intorno alle organizzazioni politiche e nei confronti delle realtà comuniste in particolare. Partire da un’analisi concreta e reale e su questa elaborare una riflessione, sia politica che scientifica è stata giudicata in modo lodevole da più parti e ha sfatato il mito di ideologizzazione o di posizioni aprioristiche che vengono spesso attribuite anche ai Giovani Comunisti. L’analisi reale in pieno spirito marxista ha permesso di confermare una denuncia politica che non avrebbe avuto lo stesso peso se non fosse stata accompagnata, dati alla mano, come l’inchiesta sugli affitti ha permesso di fare. Lo strumento dell’inchiesta dunque ha permesso di portare avanti informazione fra gli studenti più di quanto una semplice campagna informativa non farebbe e contemporaneamente è riuscita a dare misura del fenomeno in modo da poter elaborare strategie risolutive.

L’inchiesta ha saputo trovare la giusta mediazione fra dato scientifico e inchiesta politica, nella parte finale infatti si sono potuti trarre interessantissime proposte ed elaborare accurate analisi dei commenti liberi lasciati dagli studenti, sul ruolo delle istituzioni e sul metodo da noi proposto dell’inchiesta.

Il vero lavoro di radicamento nel territorio parte proprio da iniziative come questa, trovare nell’esperienza reale gli strumenti con cui articolare il conflitto, dargli organizzazione e prospettiva politica, supportarlo nella lotta e nelle rivendicazioni per contestualizzare l’iniziativa in un quadro politico complessivo. L’iter è lungo e diviso in varie fasi ma è uno strumento importante per distinguere l’attività politica di un partito comunista da quella di altre forze di sinistra. La reale capacità di forgiare la propria proposta nell’esperienza che viene vissuta da chi soffre un disagio e la capacità di connettere questo disagio col mondo istituzionale senza lasciarlo qualcosa di distaccato e lontano dai problemi dei cittadini.

MATTEO QUARANTIELLO

Rappresentante studenti nel CDA dell’università di Cagliari
Coordinamento Nazionale GC