Antifascismo, quale strada?

Giovani comunisti/e, partigiani nel XXI secolo

Di Luigi Piscitelli (Gc Caserta) e Marzia Ippolito (Circolo Università Napoli)

<<Le nuove generazioni, recuperando e rafforzando la conoscenza e la coscienza del nostro passato, indispensabili per svolgere con efficacia lo specifico ruolo che loro compete, potranno, allora, unire ad una intelligente comprensione delle vicende passate la lucida coerenza militante necessaria per attuare, con la determinazione che ebbero le generazioni della prima Resistenza,il massimo delle convergenze e della alleanze funzionali al compimento di quella “rivoluzione mancata”. Sarà questa la seconda, attesa Resistenza. Sarà la loro vittoria, il loro 25 Aprile>>.
Gracco, comunista e comandante partigiano

La crisi e la svolta a destra

Se da un lato l’uscita a destra dalla crisi economica sta gradualmente smantellando i più elementari diritti democratici, conquistati con anni di lotte e sacrifici del movimento operaio e studentesco, dall’altro ha rafforzato il governo più reazionario della storia repubblicana, permettendogli di applicare manovre repressive nei confronti di ogni tentativo di resistenza da parte di chi questa crisi ancora una volta la sta pagando sua pelle, i lavoratori e le giovani generazioni! Il profilo autoritario del governo Berlusconi è innegabile, con aspetti di vera e propria repressione verso giovani,migranti e lavoratori, ma il ritornello del “nuovo fascismo” o del “neo Duce” è usato per ricostruire una “nuova stagione” di alleanze col Pd e l’Udc, forze che quando si tratta di accordarsi con il premier non ci pensano due volte. Certo è evidente che la classe dominante utilizza i suoi “cani da guardia” per fare il lavoro sporco: disperdere i cortei e gli scioperi, intimidire con la violenza i militanti di sinistra o gli attivisti sindacali, dividere i lavoratori e i giovani sulla base della nazionalità, della religione, dell’orientamento sessuale o della semplice appartenenza ad una regione piuttosto che un’altra. Questo per  innescare letteralmente un “guerra tra  poveri”, perché divisi si sa siamo più deboli e merce per lo sfruttamento. I neo fascisti oggi sono fiancheggiati non soltanto dalla destra di governo, attraverso le sue leggi razziste e liberticide(come le ronde e il pacchetto sicurezza), ma anche dalle forze dell’ordine oltre che  da una vera e propria campagna oscurantista  portata avanti da Ratzinger  contro il corpo delle donne e i diritti degli omosessuali.  Il grave problema, di cui a sinistra si parla poco, è che in politica i vuoti non esistono e se la destra eversiva rialza la testa, radicandosi nelle periferie, nei quartieri e nelle strade più degradate delle nostre città, probabilmente è colpa di quella sinistra che, per qualche accordo di governo in più, ha abbandonato quei luoghi, dove maggiormente la nostra classe subisce il disagio sociale, la discriminazione e lo sfruttamento.

Episodi di neosquadrismo

E’ proprio in queste periferie e non solo,  che negli ultimi tempi sono aumentate notevolmente le aggressioni di stampo squadrista contro immigrati, omosessuali,  militanti o semplici simpatizzanti di sinistra. Senza contare episodi di violenza non segnalati, le intimidazioni o gli atti di vandalismo verso le sedi di organizzazioni politiche e culturali di sinistra, le aggressioni sono più di 250 solo tra il gennaio del 2005 e l’aprile del 2008. Un caso molto esplicativo di quanto detto fin’ora è sicuramente quello di Napoli. Anche nella città partenopea, medaglia d’oro della resistenza, oggi gruppi di neofascisti  riescono ad emergere senza neanche troppa difficoltà, inserendosi nel malessere sociale dilagante. L’autunno appena trascorso ha visto la provincia napoletana fare i conti con una tra le organizzazioni più dinamiche e sicuramente più in crescita nell’ultimo periodo, Casa Pound , che in pochi mesi è arrivata ad essere protagonista di tutta una serie di aggressioni. Tra le prime che si registrano sicuramente c’è da annoverare quella ad uno studente di un istituto superiore di Mater Dei, dove avevano aperto la propria sede i “fascisti del terzo millennio”, il quale per il solo motivo di aver rifiutato un volantino è stato pestato e portato all’ospedale. E ancora aggressioni che hanno visto coinvolto un professore ad una fermata dell’autobus solo per il suo orientamento sessuale. E ancora aggressioni a sei attivisti di sinistra mentre facevano volantinaggio contro l’apertura della sede di Casa Pound. Questi sono solo alcuni degli episodi più eclatanti che hanno visto come comune denominatore la violenza squadrista dei neofascisti insieme ovviamente, al silenzio assenso delle forze dell’ordine che di fronte a tutto questo hanno, ancora una volta deciso di schierarsi dalla parte dei neofascisti non pronunciandosi sulle aggressioni compiute da questi ma bensì andando a perquisire le case di attivisti di sinistra, nel cuore della notte, presunta detenzione di armi da fuoco.  Questi dati impongono non soltanto alla IV Conferenza dei Gc, ma a tutta la sinistra una riflessione politica che elabori una risposta all’altezza della situazione, poiché evidentemente non bastano più i generici appelli alla memoria o alla costituzione repubblicana, più o meno radicali a seconda dell’interlocutore.  Prima di tutto dobbiamo chiarire chi sono oggi i fascisti e come riescono ad arruolare tra le loro fila un settore giovanile sempre più ampio, negli ultimi tempi.

I fascisti del XXI secolo

Sarebbe da ingenui pensare di riconoscerli per strada avendo come punto di riferimento i documentari dell’istituto Luce, oggi abbiamo di fronte gruppi di neofascisti ancora militarmente organizzati che provano  a far passare i loro messaggi  reazionari attraverso svariate forme di aggregazione politica e sociale. Si passa dai fascisti ultra cattolici di Forza Nuova (eredi del movimento eversivo Terza Posizione, che oggi organizza “viaggi studio” attraverso le agenzie Easy London)ai fascisti che usano travestimenti più “pagani” per attirare le giovani generazioni (come i miti celti, la letteratura fantasy e i cosiddetti progetti “meta-politici” come i Campi Hobbit  di vecchia memoria), oggi ci sono addirittura i fascisti filoisraeliani a differenza del classico antisemitismo, ma c’è di più nell’innovazione dello “sfondamento a sinistra”, tattica teorizzata negli anni settanta dalla nuova destra: ultimamente saltano fuori anche fascisti abortisti e favorevoli alle coppie di fatto! Ma la grande novità, e forse la più pericolosa nel panorama dell’estrema destra, è Casa Pound Italia e la sua organizzazione studentesca, il Blocco studentesco . Costoro sono gli autori di numerose azioni di violenza, che si registrano non solo a Napoli, preparate a puntino attraverso una strategia comunicativa in grado di garantire un notevole risalto sui mass media,il cosiddetto “squadrismo mediatico”. E’ stata questa la strategia applicata, ad esempio,  durante l’Onda, quando il Blocco, cavalcando l’antipolitica, lo studentismo e la debolezza delle strutture studentesche di sinistra, si è inserito nei cortei al grido  “né rossi né neri, ma liberi pensieri” e non ha tardato a dimostrare la sua vera natura non soltanto a Piazza Navona con le spranghe e il fiancheggiamento della polizia, ma anche in altre città d’Italia. La tattica è sempre la stessa in fondo, fanno leva sul malessere sociale di migliaia di giovani, sulla loro indignazione verso il clientelismo, verso quei governi di centro destra e centro sinistra che da anni stanno distruggendo la sanità e l’istruzione pubblica con le privatizzazioni, su drammi quali la disoccupazione, la precarietà, il diritto alla casa, li arruolano fingendo di dar loro una prospettiva rivoluzionaria e convogliando il loro odio di classe verso la diversità.

Cosa vogliono veramente?

Non c’è nulla di rivoluzionario e di anticapitalista nelle loro rivendicazioni, un esempio emblematico sono la proposta del mutuo sociale , le occupazioni a scopo abitativo oppure la battaglia contro il caro libri. La casa per la destra in primis non è un diritto di tutti , ma solo per “gli italiani puro sangue”, inoltre sia chiaro non si nasce per forza sotto un tetto, bisogna che questo sia necessariamente di proprietà (sacra), per questo la soluzione che propongo, fingendo di fare un battaglia in favore della “povera gente”, è un mutuo “ammortizzato”, con pochi rischi, in un settore, quello edilizio, che per il capitalismo italiano è quello più ricco di speculazioni. Indebitarsi a vita, disabituando la gente a pensare che il diritto alla casa equivale al diritto ad una vita dignitosa e che dovrebbe essere lo stato a garantire quest’ultima . Non è molto diversa la battaglia contro il caro libri, portata avanti  da organizzazioni studentesche di destra come il Blocco o Lotta studentesca (legata a Forza Nuova) con il fiancheggiamento  del governo, fatta esclusivamente per riscrivere i “libri di testo marxisti”, dove mettere in discussione la Resistenza, costruire falsi storici sulla questione delle foibe e in ultima analisi accumunare il “sacrificio dei  repubblichini” a quello dei partigiani, cosa in realtà cominciata da Violante ormai 14 anni fa. Questo finto radicalismo che prova a usare parole d’ordine vicine al “popolo” non vieta a Casa Pound di sostenere alle prossime regionali in Lazio ben due candidati del Pdl, oltre ad aver incassato durante l’avventura napoletana il sostegno compatto degli ex squadristi ora seduti in consiglio comunale.

Come si combatte il neofascismo?

Un impegno dei Giovani comunisti nella solidarietà a tutti i percorsi di antifascismo sociale, non solo ci sembra una proposta molto generica, ma rischia di non essere efficace politicamente. E’ nostro compito fare chiarezza su cosa significa per i comunisti l’antifascismo, e soprattutto fare un bilancio di quelle che sono state le risposte all’avanzata del neofascismo da sinistra. Più volte abbiamo sperimentato in che  cosa consiste l’antifascismo “democratico”o di tipo “costituzionale”,  legato ad una concezione borghese della democrazia, nella quale basterebbe rispettare le disposizioni transitorie e finali della Costituzione Repubblicana per frenare lo squadrismo, cosa evidentemente insufficiente visto che l’apologia al fascismo non è veramente punita in questo paese e visto che la “legalità”, di cui tanti istituzionali si riempiono la bocca, è quella che giuridicamente lascia spazio a norme xenofobe e razziste, utilissime per il campo d’azione fascista. Del resto, pensare che l’appello alle forze dell’ordine sia uno strumento per difenderci dalle aggressioni, significa fingere di non vedere tutte le volte che la polizia e i carabinieri hanno difeso gli squadristi o si sono comportati come loro nei cortei e in altre circostanze di lotta. Del resto le forze dell’ordine difendono uno stato  e il suo governo, nel momento in cui questo è espressione degli interessi del padronato, lo stesso che usa i fascisti per difendere i suoi interessi, viene difficile pensare che la polizia difenda un corteo di operai o di studenti dalla violenza squadrista.  A sinistra però, in particolare alla “sinistra” del partito, è molto diffusa la concezione dell’antifascismo militante. Quest’ultimo, pur partendo da un analisi di classe, finisce con l’affrontare il fenomeno solo ed esclusivamente sul piano dello scontro fisico, il fallimento è proprio questo poiché agli occhi della società diviene né più né meno che uno scontro tra “bande di  rossi e bande di neri” come un po’ di tempo fa. E chiaro ed evidente che vanno sviluppati metodi e strumenti di autodifesa delle lotte, nessuno mette in dubbio che decantare la nonviolenza non fermerà le aggressioni ai compagni. Bisogna creare servizi d’ordine nei cortei, nelle assemblee pubbliche, nelle occupazioni e i ogni lotta dove i nostri compagni sono coinvolti.

Il nostro antifascismo è lotta di classe

Più di ogni altra cosa, bisogna inquadrare la lotta al fascismo in una lotta più complessiva di emancipazione delle classi subalterne. Il nostro antifascismo deve vivere nelle lotte sociali più avanzate che ci sono in questo momento in Italia, in particolare nella lotta contro il razzismo (Rosarno e  Castelvolturno sono un esempio di esplosione del conflitto di classe), nella lotta in difesa dei posti di lavoro (il caso Eutelia insegna come i fascisti sono al soldo dei padroni nella difesa dei loro profitti), e nella difesa del diritto allo studio, la cui piattaforma non può non prevedere discriminanti fondamentali come quella dell’antifascismo. I Gc devono diventare i promotori di Comitati Antifascisti, che abbiano una struttura permanente e radicata sul territorio, con lo scopo non limitato solo alla difesa dell’agibilità politica dei compagni, ma che diventi una vera e propria macchina di controinformazione per contrastare il revisionismo storico, capace di connettersi con tutte le vertenze sociali più importanti, dando vita ad un fronte di tutte le organizzazioni del movimento operaio e giovanile. Il nostro antifascismo, la nostra Resistenza dev’essere si militante, ma organizzata e praticata a livello di massa, solo innalzando il livello di coscienza sociale dei giovani saremo in grado di coinvolgerli e di catalizzare la loro rabbia, verso una società che non funziona, in una lotta più complessiva al capitalismo. La responsabilità della sinistra, e anche di Rifondazione, non è stata tanto abbandonare l’antifascismo, ma piuttosto abbandonare quei quartieri, quelle periferie, dove oggi i fascisti possono usare gli errori commessi nelle istituzioni e nei governi, la subalternità ai poteri forti, come arma per costruire consenso. La demagogia fascista si nutre delle compatibilità amministrative, della mancata difesa degli sfruttati, dell’incapacità a costruire un’alternativa comunista

. Lottiamo, resistiamo fino alla disfatta dei nostri sfruttatori e dei loro infimi servitori!