Leggere “Il Capitale” vi ha sempre spaventato oltre che politicamente anche per la mole dell’opera? Non vi preoccupate, vi proponiamo di seguito una sintesi che più sintesi di così si muore! Venti pagine venti.
Venti pagine per cominciare a conoscere l’analisi, la disarticolazione meticolosamente scientifica dell’economista Marx.
Buona lettura a tutte e tutti!
Bene! Sicuramente molto utile
ho 51 anni, da 35 in politica, sono padre di una ragazza di 20, militante dei centri sociali.
sarà un piacere passarglielo.
complimenti
Ridurre in pillole, sia pure piccole e rese digeribili, “Il Capitale” non è una buona rifondazione e neppure è un vero aiuto informativo e culturale per capire l’attuale logica capitalistica e le sue ricadute sociali nelle diverse aree territoriali. Marx non è e non è stato un santone da cui estrarre un catechismo. Questo già lo fece lo stalinismo e quanto nel mondo gli somiglia e può stare a braccetto del capitalismo più medievale. Ho creduto per tanto tempo che si dovesse partire da lì, da quella orrenda torsione, per trovare e rimettere in giusta funzione il magnifico strumentario marxiano . Abbiamo avuto Gramsci dalle cui opere avremmo potuto trarre lume e senso. Invece, come in URSS con Lenin, lo abbiamo celebrato e imbalsamato: un corpo morto per i roditori da biblioteca, e “il popolo” o, forse meglio, le classi di riferimento si sono cibate solo di parole d’ordine legate al piccolo cabotaggio regionale ed elettorale, asservite già d’allora agli interessi verticistici non propriamente limpidi di un’élite già esoterica, mancante di lealtà e di coraggio.