Tsipras: Al popolo sovrano la prima e l’ultima parola

Il discorso di Alexis Tsipras alla tv greca, 20 agosto 2015

alexis-tsiprasGreche e greci,
negli ultimi mesi abbiamo passato tutti noi momenti difficili e drammatici.
La dura trattativa con i creditori è stata una grande prova per il governo e per il paese.
Le pressioni, i ricatti, gli ultimatum, l’asfissia del credito ci hanno portato ad una situazione senza precedenti.
Tutti noi ne siamo stati testimoni.
Ma tutti siamo stati testimoni della pazienza, della calma, della resistenza del nostro popolo, della determinazione popolare che ha registrato il referendum, della decisione di cambiare le cose, di cambiare il paese, di cambiare tutto ciò che ci ha portato alla crisi e alla frammentazione sociale.
Cerchiamo di essere chiari:
Senza questa determinazione popolare i creditori avrebbero o assolutamente imposto la loro volontà o ci avrebbero portato al disastro.
Questa determinazione è stata presente in ogni fase dei negoziati.
Questa determinazione offriva la forza alla nostra resistenza, alla nostra battaglia, giorno per giorno, che a volte ci metteva di fronte le assurde richieste e le minacce dei creditori.
Oggi questa difficile fase si conclude in modo permanente con la ratifica dell’accordo e l’erogazione della prima tranche di 23 miliardi di euro e il pagamento delle obbligazioni del paese sia all’estero che all’interno.
L’economia respira. Il mercato sarà normalizzato. Le banche potranno lentamente trovare il loro ritmo normale.
Non si tratta, naturalmente, della fine della difficile situazione che stiamo vivendo ormai da cinque anni.
Ma ho la convinzione, che può essere dimostrata dal lavoro e dalla coerenza di tutti noi, che questo sia l’inizio della fine di questa situazione difficile.
Il passo decisivo verso la normalizzazione del finanziamento della nostra economia.
Un inizio che non è facile, ma che ci offre prospettive e opportunità.
Basta che la società resta in piedi e ben presente, calma ed esigente come tutto il periodo precedente.

Greche e greci,
voglio essere assolutamente sincero con voi. Non abbiamo raggiunto l’accordo che abbiamo presentato prima delle elezioni di gennaio. Non abbiamo affrontato però neanche la reazione che ci saremmo aspettati.  In questa battaglia abbiamo fatto concessioni, ma siamo arrivati ad un accordo che, date le circostanze prevalentemente negative in Europa, e dal fatto che abbiamo ereditato dal governo precedente l’assoluta sottomissione del paese alle condizioni dei memorandum, era il migliore che si poteva avere.
Questo accordo siamo obbligati a rispettarlo, ma contemporaneamente daremo battaglia per ridurre al minimo le conseguenze negative.
Nell’interesse dei molti.
Al fine di riconquistare al più presto la nostra sovranità di fronte ai creditori, senza accettare come verità infallibili le loro interpretazioni, senza accettare tagli orizzontali, le atrocità sui diritti del lavoro, o dissanguare sempre le forze sociali più deboli .

Abbiamo già dimostrato che sappiamo e possiamo lottare per raggiungere molte cose.
Ricordate solo quale era la posizione dei partner prima di questo accordo:
Una proroga di cinque mesi del programma precedente, piena applicazione degli impegni del governo precedente e dopo nuovi prerequisiti per il finanziamento del paese.
In questo momento e dopo il referendum abbiamo approvato un accordo triennale, con un finanziamento assicurato.
Ricordate anche che ci avevano chiesto: l’abolizione immediata delle pensioni EKAS, la privatizzazione della rete di energia elettrica e della “piccola DEH – Enel”.
Queste cose non le abbiamo accettate e abbiamo vinto.
Avevano chiesto anche l’applicazione immediata della clausola per il deficit pari a zero per i fondi integrativi dei pensionati. Nell’accordo vi è un riferimento esplicito alla ricerca di misure equivalenti e siamo pronti a fare questa battaglia.
Anche il ritorno a giusti rapporti di lavoro e l’impedimento dei licenziamenti collettivi nel settore privato, sono punti del nostro obiettivo irremovibile e penso che raggiungeremo anche questi.
I licenziamenti nel settore pubblico sono ormai alle spalle e sono tornati i custodi delle scuole, le donne delle pulizie e il personale amministrativo nelle università.
Negli ospedali non c’è più il ticket dei 5 euro, mentre è iniziata la procedura per assumere 4.500 tra medici ed infermieri, che sono assolutamente necessari, attraverso un concorso pubblico ASEP.
Non dimentichiamo che abbiamo concordato surplus primari infinitamente inferiori di quelli accettati dal governo precedente, con il risultato del risanamento dei conti pubblici, cioè le misure necessarie sono ora inferiori di 20 miliardi di euro.
Inoltre, il nuovo accordo di finanziamento non è sottoposto al Diritto Inglese con caratteristiche coloniali che avevano stipulato ii governi greci negli accordi precedenti, ma si riferisce al Diritto Europeo ed Internazionale, cosicchè il nostro paese mantiene tutti i privilegi e le immunità che proteggono la proprietà pubblica.
Ed infine, per la prima volta con modo cosi esplicito ed inequivocabile, si determina la procedura per la riduzione del valore del debito greco, che è forse il nodo più importante per risolvere il problema greco.
Abbiamo guadagnato, quindi, terreno significativo, senza con ciò pensare di aver ottenuto quello che noi e la gente ci aspettavamo.

Greche e greci,
ora questo ciclo difficile si conclude e, a differenza del solito atteggiamento di molti che purtroppo considerano di essere autorizzati a mantenere i posti, gli uffici, gli incarichi, indipendentemente dalle condizioni e dalle circostanze, sento il profondo obbligo morale e politico di rimettere al vostro giudizio tutto quello che ho fatto. Le cose giuste e gli errori. I successi e le omissioni.
Per questo ho deciso di recarmi presto dal Presidente della Repubblica a presentare le mie dimissioni e le dimissioni del governo.
Il mandato popolare che ho assunto il 25 gennaio ha esaurito i suoi limiti e ora deve prendere di nuovo la parola il popolo sovrano.
Voi, con il vostro voto deciderete se abbiamo rappresentato il paese con la determinazione e il coraggio che richiedevano i difficili negoziati con i creditori.
Voi, con il vostro voto, deciderete se l’accordo ottenuto offre le condizioni per superare l’attuale impasse, di recuperare l’economia, per entrare infine sulla via che abbandona i memorandum e la crudeltà che questi comportano.
Voi, con il vostro voto, deciderete chi e come, potrà portare la Grecia nella difficile, ma alla fine promettente strada, che si apre davanti a noi, chi e come, potrà negoziare meglio la diminuzione del debito, chi e come, potrà procedere con passo sicuro e costante alle necessarie, profonde e progressiste riforme che abbiamo bisogno.
Infine, è con il vostro voto, che voi giudicherete tutti.
Tutti coloro che hanno dato battaglia, dentro e fuori il paese, per non mettere la Grecia davanti al plotone di esecuzione e quelli che invocando la coerenza ideologica e propongono pertanto l’idea  che la Grecia abbia bisogno dei crediti, cioè del memorandum, ma con la dracma, commettendo l’estrema incoerenza di convertire in minoranza parlamentare la maggioranza, che il nostro popolo ha dato per prima volta nella storia del paese, ad un governo di Sinistra.
Ma anche quelli del vecchio sistema politico e i centri d’intreccio politico affaristico, che, per tutto questo tempo, ci chiamavano e ci facevano pressioni, coordinati con i più duri centri dei creditori, per farci firmare qualsiasi cosa ci fosse stata messa davanti. Calunniando anche la nostra resistenza come fosse ostruzionismo.

Greche e greci,
mi affido al vostro giudizio con la coscienza tranquilla. Orgoglioso per la battaglia che io e il mio governo abbiamo dato. Mi sono sforzato tutto questo tempo per attenerci a ciò che avevamo promesso.
Abbiamo negoziato duramente e con persistenza per lungo tempo, abbiamo resistito alle pressioni e ai ricatti, siamo arrivati è vero in situazioni limite per il popolo e per l’economia.
Abbiamo fatto, tuttavia, del caso della Grecia una questione globale.
Abbiamo fatto della resistenza del nostro popolo, bandiera e incentivo di lotta per gli altri popoli europei e l’Europa non è la stessa dopo questi difficili sei mesi.
L’idea che si possa finalmente mettere fine all’austerità guadagna terreno, le diversità tra le forze democratiche e progressiste europee si fanno sempre più sentire.
E noi, la Grecia, con prestigio e un raggio di azione molte volte più grande della nostra dimensione abbiamo giocato e giochiamo un ruolo di primo piano nei cambiamenti a venire, nel dibattito per il futuro dell’Europa la Grecia sarà in prima linea.
Ieri con una mia lettera ho chiesto al presidente del Parlamento europeo che il Parlamento europeo acquisisca come istituzione una legittimazione democratica diretta, un ruolo attivo nel programma di finanziamento greco.
La trasparenza, l’aperto dibattito democratico, il fatto democratico di rendere conto delle azioni di tutti, la valutazione dell’impatto che hanno, dovrà essere, d’ora in avanti, parte integrante dell’applicazione del nostro accordo con i partner.

Greche e greci,
per tutto questo il tempo, nonostante le condizioni dure e difficili del negoziato, abbiamo provato a lasciare dietro di noi anche un esempio diverso di governo.
Abbiamo legiferato il pagamento dei debiti arretrati allo stato in cento rate, abbiamo preso misure per la crisi umanitaria, abbiamo riaperto la televisione pubblica ERT, abbiamo presentato il disegno di legge per le frequenze radiotelevisive, abbiamo votato la legge per gli immigrati, abbiamo fatto un intervento decisivo per fermare miniere d’oro a Skouries e fermare un crimine ambientale e altre decine di misure e iniziative, che dimostrano questo nuovo modo di governare e dimostrano, inoltre, la nostra decisione di cambiare con coraggio e fiducia il paese, utilizzando il sostegno sociale per obiettivi di riforme.
Davanti a noi abbiamo ancora molte battaglie difficili da fare, questa volta all’interno del paese.
La battaglia contro gli interessi sporchi ed intrecciati, contro la corruzione, è appena iniziata.
La battaglia per far pagare finalmente agli eterni vincitori, che nessuno fino ad oggi ha avuto il coraggio di toccare.
La battaglia per portare davanti alla giustizia coloro che fino ad ora sono stati al di sopra della legge.
La lotta contro l’evasione fiscale, per un sistema fiscale giusto e stabile.
La battaglia delle battaglie per cambiare lo Stato e farlo diventare ogni giorno più efficiente, più amichevole per il cittadino, più ostile ai favori politici e clientelari, il favoritismo del partito che governa e la corruzione.
Tutte queste cose richiedono un mandato chiaro, un governo forte, stabile e senza un vacillante percorso e soprattutto richiedono di tenere lo stesso passo con la società.
Con tutti coloro che vogliono cambiamenti con la democrazia, riforme di segno progressista, trasparenza e giustizia.

Greche e greci,
nonostante le difficoltà, rimango ottimista.
Credo che i giorni più belli non li abbiamo ancora vissuti, intrappolati dentro la tanaglia del negoziato.
Chiederò il voto del popolo greco, per governare e per esporre apertamente tutti gli aspetti del nostro programma di governo.
Più esperti, più preparati, più pratici, ma sempre impegnati per l’obiettivo finale di una Grecia libera, democratica e socialmente giusta, resteremo diritti in piedi e coerenti davanti alle nuove condizioni e sfide.
Vi assicuro, che non consegnerò e non consegneremo lo scudo delle nostre idee e dei nostri valori.
In nessun caso e di fronte a nessuna difficoltà. Vi invito, tutti insieme, con la calma e con la decisione necessaria, a combattere la difficile battaglia per rimettere la nostra patria sulle sue gambe.
Per tenere, in questi tempi difficili, la Grecia e la democrazia nelle nostre mani.
E di alzarla in alto.
Vi ringrazio….

ALEXIS TSIPRAS

Traduzione: A. Panagopoulos

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