Davanti ad un rischio di escalation militare sempre più alto e ad una repressione sistematica, noi rivendichiamo, assieme ai sindacati studenteschi, un modello di scuola diverso. Davanti ad una militarizzazione delle scuole (che ha l’obbiettivo di abituare e preparare le nuove generazioni alla guerra) noi rispondiamo con l’organizzazione dal basso in quanto unico modo in cui si può costruire una scuola diversa: noi viviamo i problemi, noi proponiamo le soluzioni.
Per questo scenderemo in piazza Venerdì 15 novembre e lo faremo portando avanti le seguenti rivendicazioni:
1) La piena attuazione delle Carriere Alias nelle scuole
2) L’inserimento di corsi di educazione emotiva, sessuale, al consenso e al rispetto dei diversi orientamenti sessuali e di genere, svolti da specialisti
3) Il reinserimento dei presidi medici scolastici, con l’aggiunta della figura dello psicologo scolastico
4) Abolizione del PCTO: la scuola deve servire per la cittadinanza e la cultura. Per il lavoro ci sono i corsi professionalizzanti.
5) L’apertura di un’aula autogestita in ogni scuola. Oggi più che mai importante, in un momento di restringimento degli spazi democratici, anche come luogo in cui svolgere attività con contenuti alternativi e/o attività pomeridiane in grado di sviluppare il pensiero critico
6) La messa in sicurezza del patrimonio di edilizia scolastica: con le scuole che cadono a pezzi e il 90% degli istituti costruiti prima degli anni ‘90, nemmeno l’occasione dei fondi forniti dal PNRR è stata sfruttata.