L’Italia dell’omobitransfobia uccide ancora

Nella notte tra venerdì e sabato sera è stata speronata e uccisa dal fratello. Maria Paola Gaglione, ragazza di 22 anni, voleva semplicemente vivere con serenità la propria relazione con Ciro (ragazzo trans). Non l’è stato permesso. Certo, dal fratello. Ma soprattutto a causa di una cultura ancora tristemente diffusa in Italia e nel mondo, cultura che ha armato la mano del fratello: la cultura omolesbobitransfobica che sembra dà la presunzione di sapere cos’è naturale (e al contrario, cosa non lo è) e come tutti e tutte noi sarebbe corretto vivessimo la nostra vita sessuale e sentimentale.
L’altro ieri sera Maria Paola e Ciro erano in viaggio da Caivano ad Acerra quando sono stati raggiunti dal fratello di Maria Paola, anch’egli a bordo di uno scooter, che ha tamponato con violenza il mezzo provocando la caduta dei due occupanti il mezzo. La ragazza è morta all’istante mentre il compagno è ferito; ancora a terra è stato picchiato dal ragazzo che gli ha rivolto l’accusa di aver plagiato la sorella. Ciro è stato portato in una clinica della zona.
Complici tutti i giornali e tutti i media che oggi riferendo il triste (ma purtroppo non inaspettato) fatto di cronaca hanno parlato di ‘’due amiche’’, cancellando le vere esistenze di due persone. Complici tutti i politici sempre pronti a fare condoglianze su facebook e chiedere accalorati giustizia per x o y ma che oggi non hanno proferito una parola che fosse UNA sull’accaduto. Complici tutti i governi e le amministrazioni locali che non garantiscono alle associazioni che se ne occupano gli strumenti necessari per intervenire a supporto delle persone vittime di violenza di genere, stigma e discriminazione transfobica e che cercano protezione. Complici infine tutti quei governi che non hanno mai affrontato seriamente il problema di come far entrare nelle scuole dell’obbligo e nelle università un’educazione all’emotività, alla libera sessualità e alle questioni di genere.
“Volevo darle una lezione, non ucciderla. Ma era stata infettata”, ha detto ai carabinieri, secondo quanto riferito, Antonio Gaglione, fermato per la morte della sorella.
Di cosa ci stupiamo? In Italia la comunità trans è pressoché invisibilizzata. Quando se ne parla in tv la parola ‘’trans’’ è sempre casualmente (?) accompagnata alle parole ‘’prostituzione’’ e ‘’scandalo’’. Come se tutte le persone trans fossero sex workers. Come se fossero e potessero essere solo corpi sessualizzati. Come se il sesso fra persone trans e non binarie fosse una perversione rispetto al sesso etero.
E’ ora che le istituzioni affrontino questo problema come un’emergenza che ogni anno toglie la vita a tante persone e a tante altre persone toglie la possibilità di vivere una vita felice.
Voglio chiudere con un appello rivolto a chi legge: se ti dà fastidio che un uomo ami un altro uomo il problema è tuo. Solo tuo.
Se ti dà fastidio che una donna ami un’altra donna il problema è sempre solo tuo.
Se ti disturba con chi, come e quando scopi non rompere. Non mi conosci nemmeno.
Se ti sei trovato/a a pensar male, deridere o insultare (anche solo a bassa voce fra amici) un ragazzo o una ragazza trans in quanto trans allora soffri di un disturbo. Si chiama TRANSFOBIA, ma puoi guarirne. Fatti aiutare. Aiutiamoci.

Matteo De Bonis – Dipartimento questioni di genere