7 OPERAI VINCONO CONTRO MARCEGAGLIA

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La vicenda dei 7 operai Marcegaglia occupanti gli uffici di Via della Casa 12 di Milano si è conclusa con un successo. Il risultato in sé può sembrare piccolo eppure è tanto più importante e storico: Davide ha vinto contro Golia. Sette operai hanno dimostrato che si può lottare e vincere contro uno dei padroni più forti d’Europa. Hanno saputo mostrare che la lotta di classe non solo esiste ancora, ma si può fare anche all’inverso, non solo dall’alto verso il basso. Hanno saputo mostrare che il padronato non solo esiste ancora (così come la classe operaia), ma che nonostante tutti i suoi ingenti mezzi, grazie ai quali ha potuto ad esempio a lungo mantenere la vicenda nel silenzio mediatico, non sia invincibile né intoccabile.
Lavoratori più o meno precari, sappiate che quando vi licenzieranno o vi imporranno restrizioni su diritti, salari e condizioni di lavoro, non siete obbligati ad accettare proni tutto quel che vi viene imposto, quasi fossero delle calamità naturali a cui è impossibile opporsi. Si può reagire. Si può lottare. Si deve lottare. Si può vincere. Si può ottenere molto pur avendo pochissimo di partenza. Non solo in Francia o in altri paesi, ma anche in Italia, dove tutto sembra fermo e immobile, sconnesso e disarticolato. La vicenda offre un’altra grande lezione di politica: la vera unità politica e sindacale, quella che serve a costruire fiducia, relazioni, contatti, confronto programmatico, si fa nelle lotte, non nelle stanze degli apparati. Solo per questa via, intrapresa con coerenza per i prossimi anni, sarà possibile creare un effetto domino capace di invertire lo stato di crisi della sinistra italiana, e ancor più dei comunisti.
Come Giovani Comunisti/e di Milano abbiamo investito molto e immediatamente nella vicenda. A testimoniarlo è lo stesso operaio Massimiliano Murgo, che riconosce ai GC di aver “avuto un importante ruolo di supporto logistico e di solidarietà nella lotta e di organizzazione nel presidio all’esterno”. Senza trionfalismi né esagerazioni, poiché sappiamo di non aver dato un supporto determinante, così come nessun’altra organizzazione da sola è oggi in grado di fare. Le nostre energie sono poche, i nostri mezzi ancor meno, i compagni militanti pochi. Eppure investendo quel che poco che avevamo abbiamo contribuito a produrre un risultato importante. Abbiamo la consapevolezza che questa è la strada che occorre continuare ad intraprendere, e siamo decisi a continuare a farlo. Radicalità nella linea politica e organizzazione al servizio della lotta di classe condotta ad ogni livello sono le parole d’ordine che scolpiscono la nostra coscienza e che intendiamo continuare a portare avanti. Da oggi Marcegaglia deve diventare sinonimo di sconfitta padronale. E per noi ciò si deve configurare nel contribuire a creare 10, 100, 1000 “Marcegaglia”. Solo chi non ha volontà può pensare che ciò non sia possibile. Solo chi si muove potrà spezzare le proprie catene.

Alessandro Pascale (Coordinatore Giovani Comunisti/e Milano)

Riportiamo di seguito il comunicato vittorioso fatto dagli stessi operai al termine della vertenza:

Ce l’abbiamo fatta! L’orgoglio operaio ha piegato il padrone d’Europa!

2 anni e mezzo di resistenza, 13 giorni di occupazione e di sciopero, 2 giorni di presidio in prefettura, il contributo importante della Fiom di tutta la Lombardia, del FLMU-CUB, e degli altri sindacati di base, dei partiti, dei collettivi, dei centri sociali, del quartiere che hanno animato il presidio solidale agli uffici occupati Marcegaglia, con blocchi e manifestazioni, il contributo di compagni anche da altre parti d’Italia: tutto questo ha rappresentato l’ariete che ha sgretolato il muro che l’azienda aveva costruito fra noi e il nostro futuro.
L’accordo con Marcegaglia è stato ratificato ieri in Prefettura, dopo che domenica l’azienda ha deciso di venire a trattare direttamente con noi e sottoscrivere un protocollo di intesa.
Prima di occupare gli uffici e metterci in sciopero per noi c’erano solo 7 licenziamenti senza alcun indennizzo! Il buio.
Con una lotta durissima abbiamo costruito le condizioni per piegare la volontà del massimo rappresentante del capitalismo europeo!
Fin dall’inizio di questa vertenza l’azienda ha assunto un posizione di principio politico: chi non accetta le condizioni dell’azienda finisce male! D’altronde tutta la storia sindacale del gruppo è stata questa e non ha mai trovato alcuna resistenza efficace. Un classe operaia prona alla volontà padronale.
Che sette operai abbiano sfidato tale potere ingaggiando una delle lotte più radicali degli ultimi 20 anni, ha inizialmente accresciuto la rigidità di Marcegaglia.
Ma la configurazione con la quale abbiamo occupato gli uffici, e il sostegno di tanti e tante solidali assieme al quartiere (e addirittura la parrocchia!) rendevano quasi impossibile lo sgombero, se non con una operazione militare estremamente rischiosa per la nostra vita, che avrebbe prodotto un mare di problemi per l’azienda e il governo.
L’accordo, che prevede tre posti di lavoro veri e 4 incentivi per non opposizione al licenziamento, al di là della sua parzialità è un risultato che ha un valore storico:
– 7 operai hanno sfidato un padrone potentissimo e arrogante e lo hanno piegato;
– Un collettivo autoconvocato ha organizzato al suo interno iscritti e non iscritti a diverse sigle;
– La lotta ha fatto collaborare per tutta la sua durata la FIOM e la FLMU-CUB; l’unità sindacale si costruisce ne conflitto fra chi è disponibile ad affrontarlo;
– Sia dentro che fuori l’occupazione siamo stati in grado di sviluppare una pressione mediatica non indifferente;
– Vecchie e giovani generazioni hanno condiviso la lotta;
– Il movimento di solidarietà che si è costruito attorno alla battaglia ha visto riunirsi spezzoni di movimento e di conflitto sociale che per varie ragioni non comunicavano tra loro, o peggio erano in pieno scontro; l’egemonia dell’obiettivo è lo strumento di ricomposizione della conflittualità sociale e di classe;
– Praticamente tutte le organizzazioni sindacali si sono ritrovate nel sostenere questa battaglia;
– Si è sfidata la legalità borghese senza uscirne con le ossa rotte;
– Hanno scioperato in solidarietà praticamente tutti gli stabilimenti della Marcegaglia, evento mai accaduto in 50 anni di storia di questa azienda;
Non si è raggiunto un risultato pieno a causa di alcuni limiti che proviamo a elencare:
– 7 operai son facili da organizzare ma alla lunga senza un ricambio nella prima linea si fa fatica a tenere il livello dello scontro al massimo possibile;
– Le difficoltà del movimento sindacale in generale che non ci ha permesso di estendere in maniera dispiegata la lotta ad altri settori di lavoratori in lotta;
– La mancanza di una assunzione politica a livello nazionale dello scontro che seppure nelle sue limitate dimensioni si configurava come scontro aperto al capitalismo nazionale ed europeo;
Probabilmente i limiti non sono esaustivi, e certamente li potremo approfondire a seguito di un’articolata discussione e bilancio collettivo.
Resta il fatto che tutti assieme abbiamo dato una lezione indimenticabile ai padroni, e abbiamo dimostrato che con la lotta e l’unità nessun muro è insormontabile.
Ringraziamo tutti e tutte coloro che ci hanno sostenuto e combattuto assieme a noi, anche quelli che lo hanno fatto con un po’ di freddezza.
Diamo appuntamento per una assemblea di bilancio della nostra lotta e di rilancio della ricomposizione delle lotte sociali venerdì 8 luglio alle ore 20.30 al PIANO TERRA in via Federico Confalonieri 3 a Milano. Invitiamo a partecipare tutte le realtà politiche, sindacali e sociali, milanesi e non che hanno condiviso anche solo emotivamente la nostra lotta.
Carroponte 29 giugno 2016
Alfredo, Cristian, Franco, Gianni, Massimiliano, Roberto e Sergio

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