Expo. Nutrire i padroni, energie per lo sfruttamento

11desk-riapertura-expo-5Ci siamo: il 1° maggio verrà inaugurata Expo, l’esposizione universale nella quale 145 Paesi del mondo proporranno, a parole, le loro idee riguardo il futuro dell’alimentazione e dello sviluppo.

La realtà è però ben diversa: enormi padiglioni saranno destinati a gigantesche multinazionali dello sfruttamento dei lavoratori e del territorio come McDonald’s, Coca Cola, Ferrero, Nestlé, ecc.

Al di là degli annunci propagandistici, Expo a Milano è già sinonimo di sfruttamento, cemento e mafia:

– lo sfruttamento del lavoro ha raggiunto livelli estremi, sia nei cantieri dove si lavora senza sosta, e senza diritti, con ritmi di 20 ore al giorno, sia con l’uso di oltre 18.000 giovani “volontari” che lavoreranno gratuitamente per Expo, con il beneplacito dei sindacati confederali;

– il sito copre 110 ettari di terreno, buona parte dei quali ex aree agricole. Il cambio di destinazione d’uso, aumentando enormemente il valore del terreno, ha favorito la speculazione edilizia, senza contare le numerose grandi opere infrastrutturali, inutili e dannose, costruite (o in cantiere) in tutta la regione, che sottraggono risorse a servizi come il trasporto pubblico locale e l’istruzione e la sanità pubbliche;

– diverse inchieste giornalistiche e numerose indagini della magistratura (che hanno già portato a decine di arresti) hanno mostrato la pesante presenza della criminalità organizzata, in particolare della ‘ndrangheta, nella gestione delle opere Expo e della diffusa pratica della corruzione ad ogni livello che ha fatto lievitare costi e tempistiche.

Dall’illusione di posti di lavoro e opportunità per il nostro territorio si è passati alla cruda realtà per cui si vuole far passare l’ideologia reazionaria secondo cui i giovani debbano lavorare gratis per farsi un curriculum… Un’anteprima di un modello di flessibilità che per la gioia dei padroni, se dovesse funzionare, si potrebbe allargare: in pratica una palestra per il Jobs Act e l’annientamento dei diritti dei lavoratori.

Questo lucrare sui lavoratori non retribuiti non aiuterà comunque a risanare il gigantesco debito pubblico creato dal Comune di Milano e dalla Regione Lombardia per Expo, con miliardi di euro spesi per questo evento che si ripercuoteranno inevitabilmente sui cittadini milanesi e lombardi in termini di tagli ai servizi o nuove tasse. La giunta Pisapia e la giunta Maroni non hanno fatto nulla per impedire o limitare i pericoli che già da tempo venivano denunciati.

Gli unici a guadagnare con Expo saranno padroni, speculatori e grandi poteri economici-finanziari, compresi i monopoli mondiali e la malavita organizzata. A perderci, in termini di salario, di servizi pubblici e di benessere generale sono tutti i cittadini e i lavoratori italiani, depredati ancora una volta dei propri diritti.

La vicenda Expo dimostra ormai chiaramente come “centrodestra” e “centrosinistra” vadano a braccetto nel permettere queste ruberie sulla nostra pelle e nel sostenere un blocco di potere economico e politico che sta distruggendo l’Italia.

È giunta l’ora di alzare la testa e lottare contro questo sistema che mina le nostre vite ed il territorio in cui viviamo!

La nostra azione deve essere volta a cambiare questo modello di società, sostituendolo con uno in grado di soddisfare le esigenze della stragrande maggioranza della popolazione che non detiene interessi speculativi.

I Giovani Comunisti/e delle federazioni lombarde promuovono convintamente le campagne della rete “No Expo”, per denunciare il carattere fortemente regressivo di questo evento.

GIOVANI COMUNISTE/I – LOMBARDIA

13 aprile 2015

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