Per l’unità, contro subalternità e minoritarismo senza prospettive
Il presupposto è che i Giovani Comunisti sono e vogliono essere un soggetto attivo nel dibattito della sinistra italiana. Con una propria specifica elaborazione, connotazione, proposta politica. Non dimenticando che siamo l’organizzazione giovanile di Rifondazione Comunista ma affermando, con chiarezza ed orgoglio, la nostra autonomia di sguardo e di giudizio critico. Da questa prospettiva, guardiamo con estrema preoccupazione al quadro politico e alla situazione che si sta determinando nella sinistra d’alternativa italiana.
A fronte di una crisi mai così drammatica e di un’azione del governo Monti ogni giorno più iniqua e recessiva, la sinistra appare del tutto incapace di organizzare una reazione adeguata e condivisa.
Il campo del centro-sinistra si va riorganizzando intorno alla promessa di una sostanziale riconferma degli assi di fondo del montismo (gli impegni economici internazionali e l’impegno assunto con la Carta d’Intenti di riconfermarli per tutta la prossima legislatura sono una grave ipoteca per qualsiasi ipotesi di reale discontinuità), occupando il tempo politicamente preziosissimo di questi mesi nella disputa personalistica delle primarie, nelle quali si confronteranno opzioni diverse, tra cui quella di Renzi, del tutto ascrivibile al campo del liberismo temperato del centro-sinistra degli anni Novanta (la consapevolezza dei cui guasti e dei cui fallimenti è patrimonio comune anche di gran parte di coloro che al tempo ne furono interpreti entusiasti).
Contestualmente, le elezioni siciliane indicano che gran parte dello spazio di contestazione a questa politica e a questi intendimenti viene occupato dall’astensione e dal grillismo, fenomeno che andrebbe studiato approfonditamente ma che, come dimostra da ultimo lo studio dell’Istituto Cattaneo sui flussi elettorali, dà risposte demagogiche e di destra a domande di sinistra poste da un elettorato (sfiduciato) prevalentemente di sinistra.
Il paradosso a cui assistiamo è che, mentre socialmente e politicamente dovrebbe definirsi come in tutta Europa uno spazio grande per le forze della sinistra di classe, in Italia – con i soggetti politici presenti e allo stato attuale della discussione – questo spazio si riduce, sembra scomparire, schiacciato a tenaglia da una parte dal Pd e dall’altra dal grillismo e dalla sfiducia antisistemica.
Questo paradosso chiama in causa l’inadeguatezza delle formazioni politiche ora esistenti e mette in evidenza gli errori e i limiti dei gruppi dirigenti (dei massimi vertici delle forze politiche della sinistra, a partire dal nostro partito) che, ad oggi, non sono stati in grado di costruire una risposta all’altezza della fase.
Ma questo è il terreno sul quale costruire la nostra proposta politica, anche in vista delle prossime elezioni politiche: dobbiamo confrontarci con il tema della costruzione di una coalizione o di una lista di sinistra in grado di rappresentare – per la massa critica di cui dispone e per la qualità e quantità delle forze politiche e sociali che riesce ad unire – un’alternativa tanto al Pd quanto al vento populista di Grillo.
La massa critica (non certo la necessità di occupare qualche scranno parlamentare) è l’elemento centrale intorno al quale definire la nostra scelta tattica: la manifestazione del 27 ottobre è stata una pagina importante e positiva per tutta l’opposizione a Monti, ma non è per nulla sufficiente e saremmo irresponsabili se limitassimo al perimetro delle forze che compongono il comitato promotore di quella manifestazione gli interlocutori politici con cui ipotizzare la nostra futura collocazione elettorale.
Siamo già impegnati, in questi e nei prossimi mesi, con altre forze in importanti raccolte di firme in difesa del lavoro, del diritto alla pensione, sul reddito minimo garantito. Riteniamo queste campagne di primaria importanza: con esse vogliamo porre l’accento sui temi a noi più cari e su questo intercettare il consenso di quel popolo con cui costruire il fronte sociale della sinistra. Con loro, con queste forze dobbiamo costruire una proposta politica d’alternativa.
Dentro questo quadro l’unità della Federazione della Sinistra – pur riconoscendo i limiti strutturali con cui è sorta e rispetto al cui rischio in diversi, va riconosciuto, avevano ammonito; e pur prendendo atto della situazione di stallo e di grave difficoltà in cui versa, come ha ratificato il Consiglio Politico del 3 novembre – è un bene che va salvaguardato. Riteniamo un grave errore la presunzione di potere contrattare programmaticamente con il centrosinistra, a maggior ragione con gli attuali rapporti di forza, un accordo di governo. E riteniamo sia stato un grave errore che taluni dentro la Fds non abbiano aderito alla manifestazione del 27.
Ma la soluzione non può e non deve essere lo strappo, la forzatura, il proseguire soli nella direzione di uno splendido isolamento.
La Fds deve rimanere unita – e i Giovani Comunisti in questi anni, pur subendo sulla propria pelle dinamiche impazzite e contorsioni politiciste frutto in gran parte dei rapporti tra i vertici dei rispettivi partiti, hanno dato un contributo in tal senso – e deve trovare il coraggio e la forza di costruire a partire da sé un percorso unitario insieme all’Idv, al movimento a cui lavora il sindaco di Napoli De Magistris, a Sel (sebbene Vendola sembra abbia fatto una scelta irreversibile), alla Fiom di Landini, ai movimenti sorti in questi mesi e che chiedono alla sinistra tutta unità, radicalità ed efficacia.
Rifondazione Comunista deve essere il perno di questa costruzione unitaria: ce lo impone la nostra storia e soprattutto il nostro grande patrimonio di lotte e di militanza. Da questo – dalla necessità di dare ai nostri compagni un futuro – dobbiamo ripartire, con grande coraggio e grande nettezza.
Proprio per evitare il bivio tra isolamento e moderatismo, dobbiamo avere la capacità di guardare anche oltre l’appuntamento elettorale. Non possiamo guardare alle elezioni come il momento escatologico per l’opzione comunista nel nostro Paese e vivere e discutere soltanto in funzione degli appuntamenti elettorali (che sono passaggi tattici, non strategici). Dobbiamo rimettere al centro il rafforzamento del partito e dell’organizzazione giovanile come elemento di organizzazione del conflitto, in primo luogo del conflitto tra capitale e lavoro.
Questo dovrebbe essere il nostro orientamento, evitando come la peste ogni posa minoritaria, ogni tendenza all’isolamento, al settarismo.
Con questi intendimenti, la nostra organizzazione lavorerà per la riuscita dei prossimi appuntamenti, per il pieno sostegno alle mobilitazioni degli studenti e dei lavoratori nelle nostre città, la cui riuscita fornirebbe ulteriori conferme e argomenti alla correttezza di questa linea politica (a partire dallo sciopero generale della Cgil del 14 novembre).
SIMONE OGGIONNI
DANILO BORRELLI
FRANCESCO D’AGRESTA
MANUELA GRANO
DANIELE MAFFIONE
DANIELE QUATRANO
approvato con 13 voti a favore
novembre 2012
Condivido completamente: è la linea di Essere Comunisti, non quella di Ferrero. Ancora una volta i giovani sono più avanti degli adulti.
Chissà cosa pensano i pochi Ferrero-boys presenti in Italia? Disfatta su tutta la linea! E chissà quanto staranno rosicando…
mi fa piacere vedere che dentro Rifondazione c’è ancora qualcuno con il cervello acceso che prova a rilanciare il nostro partito invece che affossarlo. Grazie compagni
10 voti a 6 con 34 assenti non mi pare una maggioranza cosi larga
Certo il gruppo dirigente non è all’altezza, ma i gc che fine hanno fatto in questi 4 anni? La prossima puntata di chi l’ha visto la fanno su di voi. Piedi per terra.
13 Oggionni 6 Belligero 2 falce e martello, assenze distribuite tra tutti. Nei Gc la linea di Grassi è maggioranza, discorso chiuso. Tessere Gc aumentate tessere Prc dimezzate. Discorso chiuso. Rosiconi e settari a casa. Discorso
Chiuso.
I Gc sono in tutte le lotte; guardare il 12 maggio e il 27 ottobre per credere.
A chi l’ha visto mandiamo ferrero meteorite della politica italiana e Belligero avvistata durante il 27 ottobre in vacanza con il fidanzato nell’isola di Lipari
Poverini…
Applausi a GC.
Ma il portavoce della Fds eletto senza il numero
Legale quello va bene? Siete patetici. Prendete atto che siete sotto e basta, fareste una più bella figura
“Siete sotto e basta”. Poveracci. Sotto cosa? Un gruppo di repressi e sociopatici? Ma finitela. Nelle poche battaglie giovanili di questi anni non avete mai avuto un ruolo primario, di direzione. Tanti giovani non sanno neanche che esistete. Poveroni
dato che siete maggioranza nei GC spero che alla prossima conferenza spingiate per fare un documento separato cosi ci si conta e se siete maggioranza si vedra dai voti.
E infatti, Giacomino, tu giovane non sei… e allora pensa al tuo meraviglioso zero virgola preso con il tuo partito in qualche appuntamento elettorale nella tua città! Vallo a raccontare all’Onda o nelle Consulte studentesche che non abbiamo avuto un ruolo. Vediamo se ti ridono in faccia o ti danno una pacca sulla spalla!
gc… brrrr che paura!!! mi raccomando, eh, al prossimo congresso fatevi aiutare da Tecce e da Gelmini o da qualche altro commissario così magari ce la fate questa volta ad avere il 20% dei delegati!
Rilevo con orrore il livello del dibattito che si sviluppa a commento del nostro coordinamento nazionale.
Sta diventando purtroppo una costante e ci tengo a dire espressamente che non condivido i toni denigratori che circolano nei confronti della compagna Anna Belligero e del Segretario nazionale del Prc.
Allo stesso tempo sono stanco di dover registrare critiche (quasi sempre anonime: il che testimonia la serietà degli autori) ingiustificate, sterili, faziose.
E allora chiedo rispetto per un’organizzazione che ha riconquistato in questi anni autorevolezza e credibilità all’esterno e frenato l’emorragia di iscritti del partito tutto. Questi sono dati di fatto che vanno ascritti alla grandiosa generosità dei militanti e dei quadri dirigenti nei territori e forse, in minima parte, anche a chi sta dedicando anima e corpo, notte e giorno da tre anni per coordinare questo lavoro.
Non condividere questo lavoro e questa linea politica è – ci mancherebbe altro – legittimo. Non è lecito disconoscerlo o, peggio ancora, non accettare che esso si produca talvolta su assi o con sfumature politiche diverse rispetto al partito adulto.
A questa guerra a bassa intensità i Giovani Comunisti hanno risposto sempre con grande senso di responsabilità e grande operatività (dalle presenze in piazza al lavoro sui territori agli esiti di tutti i coordinamenti nazionali). Non vorrei però che si confondesse questo senso di responsabilità con la disponibilità ad accettare tutto. Responsabili, non idioti.
Simone Oggionni
oggionni spiega ai commentatori che han preceduto il mio
primo commento che era un documento unitario
e che se si vuol dire di essere maggioranza occorre il coraggio
di fare alla prossima conferenza documenti alternativi
se il vostro obiettivo è ,come sembra da alcuni commenti,rendere essere comunisti maggioranza
Eccola. L’ennesima frazione. L’ennesima scheggia impazzita della bomba comunista. Il problema fondamentale dell’appellarsi univocamete ai valori e non ad una politica atta a raggiungere una democrazia fondata su di essi, è l’irraggiungibilità di un’unica forma di pensiero.
In questi anni ho visto la sinistra dividersi in parti sempre più picccole, sempre più distinte, tagliate da mille scelte a fronte di un unico valore comune. Fino a disperdersi. Quasi sparire. Ottenendo soltanto l’assurda comune convinzione di essere più comunisti degli altri comunisti.
In piazza la gente si unisce fino a dimenticarsi del colore e della bandiera per una lotta contro l’ingiustiza (ricordo quando in piazza a fare queste lotte “populiste” c’erano i comunisti)mentre la sinistra segue dividendosi l’ennesima corrente.
Ero giovane ma ricordo qualcosa come…. Uniti nella lotta.
Caro Gc,
hai perfettamente ragione nei toni e ribadisco che nessuno si può permettere di dileggiare o insultare (dato che ne so/ne sappiamo qualcosa, per noi questo è un punto di stile essenziale) alcun compagno.
Nel merito, le maggioranze si determinano non solo nei congressi ed è un dato di fatto che si sia prodotto, non per la prima volta e anche con questo documento, la mancata condivisione di questa linea politica da parte di 6 compagni.
Ne prendo atto e lavoreremo al prossimo CN per ri-coinvolgerli, in maniera tale che tutti possano tornare a sentirsi “maggioranza”.
un caro saluto,
Simone
ps: se tutti mettessimo anche solo il 10% di energie che utilizziamo per commentarci e parlarci addosso al servizio del lavoro politico necessario a mettere in pratica la linea politica decisa dagli organismi, saremmo tutti più forti e sereni.
Ma io dico soltanto che questi sono assetati di vendette, pieni zeppi di rancore e di bava alla bocca! non voglio offendere dico però che siamo e sei stato fin troppo tolleranti nel subire le manovrine dei ferreriani CHE SONO INESISTENTI! quanti coordinatori provinciali anno? quanti segretari regionali? quanti militanti? quante lotte hanno fatto? Ferrero non ha fatto niente per costruire la giovanile in questi anni e la giovanile, anche grazie a Oggionni e altri insieme a lui, si è costruita su altre posizioni: loggico no?
Altro che magliette e volantini, come gadget dovreste fornire una busta di pop corn. Sedersi e leggervi mentre vi scannate sul nulla è meglio del cinema.
Beh, sì, il nulla: l’alternativa a Ferrero e alla sua banda di gruppettari. Tutto è relativo.