Milano. Contro ogni liquidazionismo, rilanciare la presenza comunista nelle università

di Francesco Delledonne

Come Giovani Comunisti facenti parte di Démos – Studenti Comunisti, associazione nata nel 2007 a Milano, in riferimento all’articolo pubblicato su questo sito il 10/06/12 dal titolo “Elezioni alla Statale di Milano: la sinistra unita avanza!”, che tratteggia una versione totalmente avulsa dalla realtà, ci sentiamo in dovere di dire la nostra sulla vicenda e sulla politica universitaria, affinché i tanti GC attivi in tutta Italia possano farsi un’idea corretta e trarre adeguate conclusioni nella propria realtà locale.
Consideriamo un grave errore il fatto che quel resoconto anonimo, che manca di rispetto al lavoro militante dell’intera organizzazione milanese, sia stato pubblicato a nome del nazionale GC. Accogliamo positivamente – ma ci sembra il minimo – il fatto che ci venga data qui la possibilità di rispondere; ci auguriamo che episodi simili non accadano più.

Abbiamo già pubblicato, come commento all’articolo citato, la nostra risposta estesa ad ogni inesattezza in esso contenuta; per non dilungarci troppo, ricordiamo qui solo le più evidenti:

– viene presentata come “sinistra anticapitalista” una lista in cui metà degli eletti agli organi superiori ha in tasca la tessera del PD;

– viene totalmente censurata la presenta della nostra lista “Démos S.C. – Alternativa Rossa”, facendo così credere che tutti i GC abbiano aderito alla lista Unisì e al sindacato studentesco LINK (senza per altro alcuna direttiva nazionale o locale che spinga in questa direzione), quando nella realtà nessun GC di Milano vi ha aderito, ma solo alcuni di altre provincie della Lombardia. Va precisato che nessuna istanza milanese del Partito, dei GC, della FdS o di una qualsivoglia area interna ha dato il suo sostegno alla partecipazione a Unisì;

– si parla di “ruolo dirimente” dei Giovani Comunisti, quando nella lista Unisì nessun candidato agli organi superiori era dei GC e l’iniziativa elettorale di punta di quella lista ha visto la partecipazione di Stefano Fassina, responsabile economico del PD (proprio nei giorni in cui era in discussione in Parlamento la riforma Fornero e il nostro Partito, giustamente, impegnava una polemica contro il sostegno ad essa accordato dai “democratici”), e dell’assessore comunale al lavoro di SEL Cristina Tajani, a fornire una chiara dimostrazione dell’impostazione di “centrosinistra” di Unisì. Inutile dire che, mentre al PD e a SEL veniva preparata così un’utile passerella per rilanciare la propria presenza nel mondo giovanile milanese, l’idea d’invitare al confronto anche un esponente di Rifondazione Comunista non veniva nemmeno presa in considerazione dalla lista che, secondo l’anonimo autore dell’articolo, avrebbe consentito “alla sinistra anticapitalista di riabilitarsi nello scenario cittadino (sic!)”;

– viene presentato il programma di Unisì come un “programma di alternativa”, nonostante non ci sia al suo interno alcuna critica della rappresentanza studentesca e del modello di partecipazione antidemocratico e inefficace imposto agli studenti da un sistema universitario sempre più tendente all’autoritarismo e alla selezione di classe, fortemente inaspriti dall’applicazione della riforma Gelmini contro cui Démos, nel 2008, era stata il primo soggetto a lanciare la mobilitazione unitaria alla Statale.

Dunque ecco il quadro realistico della situazione: da una parte Démos – Studenti Comunisti a proporre una lista della sinistra anticapitalista e conflittuale sulla base di una critica radicale alla rappresentanza studentesca e di una piattaforma rivendicativa su cui costruire un movimento di lotta per l’autunno; dall’altra una lista (Unisì) nata dalla rottura tutta interna all’area moderata con la vecchia Sinistra Universitaria, tra i candidati agli organi inferiori della quale figuravano, rompendo l’unità tra i comunisti e la sinistra antagonista, a titolo puramente personale e contro il parere di tutte le istanze del movimento comunista milanese pronunciatesi, alcuni iscritti ai GC di federazioni diverse da quella di Milano.

Evidentemente anche nella nostra organizzazione c’è chi non tollera le esperienze come quella di Démos, un’organizzazione studentesca comunista, autonoma e unitaria (al nostro interno ci sono compagni della FGCI e altri non tesserati, a dimostrazione che per unire i comunisti, basta volerlo), che non lascia spazio né al settarismo né all’opportunismo, e si ha paura che questa linea si diffonda in altre realtà locali, dove invece domina ancora la cultura bertinottiana dello scioglimento nei movimenti e nelle organizzazioni controllate da altri e della negazione dell’autonomia politica, organizzativa e ideale dei comunisti.

Di fronte abbiamo una crisi strutturale del sistema capitalista, che assumerà proporzioni sempre più devastanti, e il governo più reazionario della storia repubblicana, espressione diretta delle oligarchie finanziarie anglo-americane. L’univerità è uno dei tanti fronti di lotta in cui dovremo essere in grado di sviluppare una resistenza di massa alla macelleria sociale portata avanti, sotto dettatura della BCE, dal centrodestra e dal centrosinistra. Riteniamo quindi non più rinviabile l’apertura di un serio dibattito interno sulla politica universitaria, su come rilanciare la presenza comunista nelle università, sconfiggendo sia il settarismo sia l’opportunismo liquidazionista. O riusciremo a farlo o verremo spazzati via dalla Storia.

FRANCESCO DELLEDONNE

7 luglio 2012

2 commenti su “Milano. Contro ogni liquidazionismo, rilanciare la presenza comunista nelle università”

  1. Ma quello all’estrema destra (della foto, non del partito, tranquillo!) sei tu, Ale? Sei venuto proprio bene!

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