Abolizione del valore legale del titolo di studio? Un altro regalo al mercato

di Anna Belligero e Simone Oggionni

«La proposta di abolizione del valore legale dei titoli di studio è l’ennesimo regalo al mercato voluto dal governo Monti, questa volta a danno degli studenti e del sistema universitario italiano.
Una scelta classista e discriminatoria, nonchè in totale dissonanza con le regole degli altri Paesi europei, che oltre a determinare un aumento di titoli-truffa, presumibilmente acquistabili e svincolati da qualsiasi garanzia pubblica e di qualità, spingerebbe alla creazione di un sistema di atenei di prima classe, per i pochi ricchi che se lo potrebbero permettere, e un altro “di massa”, destinato alla maggior parte degli studenti.
Ovviamente il più accessibile diverrebbe automaticamente quello di qualità inferiore. Il merito dello studente perderà valore in favore della reputazione (e della retta annuale) dell’università di provenienza, e la discrezionalità di chi assume verrebbe avvantaggiata, in un Paese in cui i giovani sono già quasi privi di tutele nell’accesso al mondo del lavoro.
Riteniamo che l’università italiana si rilanci con altre modalità, quali la valorizzazione del merito a parità di condizioni, potenziando quindi il sistema delle borse di studio; l’accesso alla cultura, in tutte le sue forme, per tutti gli studenti; l’aumento della spesa pubblica nell’ambito dei saperi; una lotta reale alle baronie».

ANNA BELLIGERO
SIMONE OGGIONNI
Portavoci nazionali Giovani Comuniste/i

24 gennaio 2012

4 commenti su “Abolizione del valore legale del titolo di studio? Un altro regalo al mercato”

  1. Non condivido questa posizione. Sono invece d’accordo sull’abolizione del valore legale del titolo di studio nell’ottica di superare la vetusta logica del “pezzo di carta”. Il mercato deve potersi regolare nella scelta delle persone sulla base delle reali competenze, che il solo certificato di laurea spesso non garantisce. Basta con i “Diplomifici” e con le persone che si fregiano di titoli vuoti ma poi nella pratica non sanno fare NIENTE. Inoltre non dimentichiamoci che l’Italia non riconosce i titoli di studio conseguiti all’estero, il che la dice lunga sulla valutazione delle reali capacità delle persone.

  2. Mirko, è evidente che in questo modo viene privilegiato chi può permettersi le rette dei poli di eccellenza, le classi subalterne non saranno escluse per mancanza di merito ma per mancanza di reddito. L’ideologia meritocratica di cui si riempiono la bocca padroni e borghesi è semplicemente classista

  3. Con l’abolizione del valore legale, si accentua il distacco tra le classi privilegiate e quelle meno abbienti. Così facendo all’università ci andranno solo i figli dei grandi professionisti ed un altro ascensore sociale, con tutti i suoi difetti, andrà smantellato.
    Amen.

  4. Francesco, ma come parli? “L’ideologia meritocratica di cui si riempiono la bocca padroni e borghesi è semplicemente classista” AHHHH! Ma cosa vuol dire?

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