L’8 Marzo delle donne che lottano

di Carlotta Sorrentino

Molte sono le leggende sull’origine dell’8 marzo, un fatto però sembra esser certo: la scelta di questa data per la celebrazione della Giornata Internazionale della Donna, venne formalizzata durante la II Conferenza Internazionale delle Donne Comuniste, tenutasi a Mosca nel 1921. Altra certezza è senza dubbio la natura simbolica che questo giorno ha assunto.  L’8 marzo è stato da sempre sinonimo di lotta per la libertà delle donne di determinarsi nelle scelte sul proprio corpo, nel lavoro e nella società. E’ stato il simbolo delle battaglie delle donne per affermare il proprio diritto ad avere piena autonomia sul proprio corpo. E’ stato il simbolo delle rivendicazioni perché venisse loro riconosciuto un ruolo come soggetti attivi nella vita pubblica e privata.
E’ stato il simbolo delle lotte per il miglioramento delle condizioni materiali di vita, senza le quali non sarebbe mai stata possibile una reale emancipazione.

Oggi, dopo un secolo, il significato di questa data è più attuale che mai.
La ricorrenza dell’8 marzo irrompe con forza e diventa ancora una volta un appuntamento di mobilitazione nazionale, e non solo, per dare una risposta decisa alle continue aggressioni all’ autodeterminazione ed alla dignità delle donne.
Siamo di fronte ad un continuo attacco che mina le conquiste ottenute e cerca di cancellarle, relegando ancora una volta la donna ad un ruolo marginale e svilente.
Il pericolo si manifesta in modi diversi: da un lato le politiche del governo che, insieme a quelle dei padroni, smantellano i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, senza curarsi di quanto è sancito dall’articolo 41 della nostra Costituzione, che limita la libertà d’impresa al perseguimento dell’utilità sociale ed alla tutela della sicurezza e della dignità umana.
Inoltre, in un paese come l’Italia, agli ultimi posti in Europa per occupazione femminile (secondo dati OCSE in Italia lavora in media una donna su due), il Governo cerca palliativi in politiche familiste conservatrici, a fronte di un welfare che viene smantellato, con tagli sempre più pesanti alla scuola e alla sanità, scaricando così il peso del lavoro di cura sulle spalle delle donne, obbligandole a tornare nel focolare domestico e minandone di fatto l’autonomia nelle scelte di vita e in quelle professionali.
D’altro canto l’attacco si manifesta anche sul piano culturale: vengono continuamente proposti modelli svilenti di donna,  indicati dalla società e dalla tv di stato come “vere donne”, ovvero, per dirla con Simone de Beauvoir, “…frivole, puerili, irresponsabili, le donne sottomesse all’uomo.”
Per questo ancora una volta l’8 marzo sarà un simbolo, un simbolo del riscatto delle donne dal potere del mercato e della società patriarcale, che non solo le riduce a “merce di scambio”, ma che le spinge ai margini della sociètà, facendole diventare “ornamenti” del “potere maschile”.
Domani le donne, le lavoratrici, le madri, le precarie e le studentesse, porteranno in piazza le loro richieste, rimettendo al centro la loro storia, fatta di lotte e di conquiste, che troppo spesso viene mortificata e messa all’angolo.
“Lasciate che un sentimento allegro del servire la causa comune della classe operaia e di lottare simultaneamente per l’emancipazione femminile ispiri le lavoratrici ad unirsi alle celebrazioni per il Giorno della Donna.” (A.Kollontaj)
CARLOTTA SORRENTINO
Collettivo StregheperSempre – Giovani Comunisti
8 Marzo 2011

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