I 500 giorni di isolamento di Saadat

di Carlo Lingera Puoi avere conosciuto il carcere a 16 anni, puoi aver accettato l’idea che la prigione sia il prezzo naturale da pagare per la libertà della tua gente. Puoi avere già trascorso in carcere mesi e mesi, possono averti già sottratto anni interi, nel fiore della vita. Puoi abituarti a considerarlo come parte integrante della tua esistenza, e adoperarlo per temprare la tua convinzione rivoluzionaria, ad approfondire la tua formazione politica. Ma 500 giorni di isolamento in una galera israeliana, 500 giorni possono essere eterni anche per te compagno Saadat. Anche per chi come te ha dimostrato lungo tutto il corso della vita cosa vuol dire essere un militante comunista. Una vita spesa in difesa dei più deboli fra un popolo debole, una vita che in qualunque altro posto al mondo sarebbe stata impiegata a fare ciò per cui avevi studiato: il maestro di matematica.

Eppure, mentre stavi per intraprendere l’insegnamento, una verità deve esserti balzata agli occhi. Ci sono verità che funzionano come formule aritmetiche; con piccole e grandi ingiustizie che si sommano giorno per giorno, nel quotidiano. Come in una formula aritmetica il risultato non può che essere uno: la lotta senza quartiere contro l’occupante. E infatti dopo 26 anni quel giovane maestro è diventato il segretario del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Lo sei diventato in un occasione particolare, dopo che il tuo predecessore Abu Ali Mustafa era stato incenerito da un missile israeliano mentre lavorava nel suo ufficio. Ciononostante non ti sei tirato indietro, pur sapendo che quella carica non avrebbe portato onori e compensi ma avrebbe significato la morte o peggio ancora una vita intera di prigionia.

Prima ancora che da Israele sei stato privato della libertà da chi sostiene di lottare per la tua stessa causa. Sostenevano che tu avessi agito contro gli interessi dell’ Autorità Palestinese. Ma che Autorità è quella che non ha nemmeno l’autorità di gestire le proprie prigioni, che ti ha fatto sorvegliare 4 anni da inglesi e americani? A nulla sono serviti gli appelli accorati di Amnesty International a favore della tua liberazione. Certo, ogni tanto –nel gioco delle parti- qualcuno faceva finta di riconoscere come tu fossi solo un leader politico, come tu non potessi avere materialmente ordinato i fatti di cui ti accusavano. Ad ogni modo, per noi, nulla cambierebbe. Intanto in quei quattro anni di prigionia tua moglie veniva arrestata dagli israeliani, dopo aver parlato al Social Forum di Porto Alegre, nel 2003. Tuo fratello, militante comunista, veniva ucciso dalle forze di occupazione. Si è visto poi quanta autorità avesse l’ANP. Promettevano di liberarti, o almeno di farti giudicare dalla magistratura.

Un bel giorno però, con la complicità dei carcerieri stranieri, improvvisamente spariti, la prigione è stata attaccata e “presa in consegna” da Israele. Sono arrivati con l’esercito, coi carri armati e hanno diffuso un proclama via radio: chi non si fosse consegnato nelle loro mani sarebbe stato ucciso, e intanto un paio morirono davvero. Deve essere ben strano trovarsi a resistere -mani nude contro i cannoni- assieme a quelli che poche ore prima erano i tuoi secondini.

Non ti sei consegnato, hai dimostrato di essere pronto a morire per difendere anche la tua cella, il carcere in cui sei chiuso, purché di Palestina si tratti. Mentre un tribunale militare israeliano ti condannava a 30 anni, per generici crimini contro la sicurezza di Israele, hai sempre rifiutato di riconoscerne la legittimità. Hai sempre dimostrato di saper fare anche più della tua parte, compagno Saadat, ma 500 giorni di isolamento sono tanti persino per te. Questo anniversario, purtroppo triste ci da l’occasione di fare l’unica cosa che possiamo fare per starti vicini, per stare vicini a tutto il popolo palestinese. Domandare, pretendere una volta di più la tua scarcerazione. La scarcerazione dei 27 parlamentari palestinesi, dei 3 ministri, delle migliaia di minori e delle decine di migliaia di prigionieri palestinesi.

STOP ALL’ ISOLAMENTO NELLE CARCERI ISRAELIANE! LIBERTA’ PER I PRIGIONIERI POLITICI E PER IL POPOLO PALESTINESE!

Free Ahmad Sa’adat Campaign

CARLO LINGERA
Giovani Comunisti Torino

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