L’unità che passa dalla Lotta

di Alessandro Fatigati Neanche ventiquattro ore fa, un giovane dirigente del movimento bolivariano, di fronte alla platea della Federazione Napoletana ripeteva emozionato che le ragioni che spinsero il Partito Comunista a nascere nel 1921 non potevano che essere le stesse che avrebbero portato i militanti del ventunesimo secolo a ritrovare nell’unità della lotta l’arma più efficace del conflitto di classe. Oggi, dinanzi ai cancelli dello Stabilimento di Pomigliano D’Arco, quelle parole che rimandavano al pensiero di Antonio Gramsci, hanno assunto in modo concreto i caratteri di una realtà presente.

Le Compagne ed i Compagni provenienti dalle realtà organizzative più disparate, hanno all’unisono risposto all’appello lanciato in questi giorni dal Circolo di Lavoro Fiat, combattendo nell’immediato, accanto al punto di gran lunga più avanzato della lotta. Sin dalle prime luci dell’alba, all’apertura dei cancelli, un flusso continuo di operai si è riversato all’interno della fabbrica, mentre all’esterno i Compagni di tutta Italia spiegavano nuovamente le ragioni per le quali dire no al più iniquo dei ricatti della storia lavorativa Repubblicana, e all’interno un filmato preparato ad hoc dai dirigenti Fiat intimava di fatto a chinare il capo di fronte ad un “accordo” imposto da una sola delle parti in causa.

Quest’oggi, la Federazione della Sinistra, ha rappresentato l’elemento politico meglio strutturato all’interno del conflitto, mettendo in luce le assordanti assenze di un’opposizione parlamentare inesistente nei temi dirimenti che accompagnano la vita degli strati meno abbienti della società. Non un agglomerato dai connotati evanescenti dunque, ma un laboratorio permanente di idee d’avanguardia, una forza di Classe capace di esprimere contenuti radicati in anni di conflitto attraverso le mani giovani di chi per la prima volta si affaccia alla politica, un momento di fraseggio generazionale, un’alternativa, non meramente declamata, a questo stato di cose.

All’indomani dello spoglio, queste parole avrebbero assunto in ogni caso tutt’altro significato. Oggi però, guardiamo più fiduciosi che mai alla prospettiva storica che lega l’unità della lotta al riscatto culturale, politico e sociale di chi soffre una condizione subordinata nei confronti dei poteri forti. Chiamiamo questo processo dinamico col nome di Comunismo, e per esso continueremo a batterci tutta la vita.

ALESSANDRO FATIGATI

23 Giugno 2010