Asilo politico (e non estradizione) per i giovani baschi arrestati a Roma

di Simone Oggionni Giovedì scorso a Roma la Digos ha arrestato tre giovani militanti del movimento basco (Fermin Martinez, Zarine Gojenola, Artzai Santesteban) mentre distribuivano volantini informativi sull’attuale contesto di repressione e criminalizzazione del dissenso indipendentista.
I tre compagni, venuti a Roma per denunciare tale condizione, erano ricercati dalle autoritù spagnole dallo scorso 24
novembre, giorno in cui la magistratura spagnola aveva effettuato una maxi-retata contro la gioventù indipendentista, con la richiesta di cattura per oltre cinquanta giovani.
Nei confronti dei tre compagni l’accusa è esclusivamente quella di appartenere all’organizzazione giovanile Segi, messa fuori legge in Spagna nel 2007. Non viene loro addebitato alcun altro reato specifico, a ulteriore e inequivocabile conferma del carattere tutto politico della persecuzione giudiziaria cui sono sottoposti.
Ora la magistratura italiana ha poco più di due settimane per decidere in merito alla richiesta di estradizione avanzata da Madrid.
Conosciamo bene, sia per i rapporti dell’Onu sia per quelli di Amnesty International, le modalità con cui vengono trattati i militanti baschi nelle carceri spagnole. Sia l’Onu sia Amnesty parlano di rischio di “tortura”.
E’ evidente e concreto, quindi, il rischio che alla loro estradizione possa seguire un trattamento carcerario inumano e degradante. Ciò deve costituire il motivo giuridico per il quale negare l’estradizione.
Esprimiamo solidarietà piena a Fermin, Zarine e Artzai e ci uniamo alla richiesta, avanzata in questi giorni dalla rete informale di solidarietà che si è immediatamente costituita, di concedere il diritto di asilo politico ai tre compagni perseguitati per il semplice fatto di essere militanti di un’organizzazione indipendentista e rivoluzionaria.

SIMONE OGGIONNI (portavoce nazionale Giovani Comuniste/i)

16 Giugno 2010