Il pugno nello stomaco

Credo che questa campagna elettorale per le regionali sia la peggiore che abbia visto in vita mia, forse la peggiore in assoluto della storia repubblicana. C’è poi in particolare un singolo fatto la cui gravità parla da solo. Questa è una campagna elettorale in cui, ad esempio, notiamo la totale polarizzazione verso il leader (ad esempio i candidati PDL che giurano in piazza San Giovanni a Roma la fedeltà a Berlusconi), una campagna elettorale che definire populista è poco, un PDL che crede che il suo successo a queste regionali possa venire SOLO dall’amore degli elettori verso il premier ed infatti tutto è proiettato su di lui.

Una proiezione verso il ‘Leader’ e un culto del personalismo che ormai vengono sdoganati anche a sinistra: per esempio Sinistra Ecologia e Libertà inserisce la scritta “con Vendola” nel suo simbolo in tutta Italia e giusto ieri sera, su Radio 2, ascoltando i messaggi delle varie forze politiche negli spazi gratuiti del servizio pubblico, non ho potuto non notare come lo stesso Vendola abbia corretto la giornalista dicendo “lei dimentica che io sono anche il LEADER di SEL”… non il segretario, il coordinatore, il portavoce: il LEADER! E sentirlo dire da una persona colta ed attenta come Vendola fa un certo effetto.

Il premier dal canto suo, e non è una novità, si dimentica del suo ruolo istituzionale e va in giro per le regioni ad insultare vecchi e (forse) nuovi governatori del centro sinistra. L’ultimo, ieri, è l’attacco a Mercedes Bresso, governatrice uscente del Piemonte ricandidata per il centrosinistra, che viene attaccata sul suo aspetto fisico: “Sapete perché la Bresso è sempre di cattivo umore? Perché al mattino quando si alza e si guarda allo specchio per truccarsi, si vede. E così si è già rovinata la giornata”.

Questo esempio evidenzia due cose. La prima è che Berlusconi non sa veramente più cosa dire: ci insegna infatti Schopenhauer, nel suo “L’arte di ottenere ragione”, che l’attacco personale è l’ultima carta da giocare quando ormai si ha evidentemente torto davanti ai propri interlocutori e non esiste più alcun artifizio per confondere le acque.

La seconda cosa che risulta evidente ed irrisolta è come possa permettersi un Presidente del consiglio di insultare una persona che potenzialmente tra dieci giorni potrebbe essere di nuovo la Presidente di una regione: come potrà il Premier rapportarsi e lavorare con una regione guidata da una persona che lui in campagna elettorale ha offeso sul personale?

Il pugno nello stomaco però è un altro.

Berlusconi sta dicendo in campagna elettorale che impegnerà il suo governo nel “vincere il cancro”.

Alcuni su questa affermazione si sono affrettati a sottolineare che il governo Berlusconi sta facendo diametralmente il contrario tagliando fondi alla ricerca ed ai ricercatori oltre che non dando possibilità alla sanità pubblica di migliorare i servizi votati a questa enorme piaga. Ma non è, secondo me, questo il punto.

Berlusconi esce totalmente dalla politica e compie l’operazione più bieca che abbia mai compiuto in vita sua. Mettere il cancro in campagna elettorale vuol dire rompere qualsiasi argine di dignità e di rispetto verso chi ha avuto, direttamente o indirettamente, qualcosa a che fare con questa malattia.

Ognuno di noi ha avuto la disgrazia di conoscere qualcuno malato e poi deceduto per questa malattia: se questa in effetti c’è sempre stata, ormai la mortalità adulta, con la riduzione di chi muore per infarto o per malattie cardiovascolari, è principalmente imputabile a questa tremenda piaga.

Chi non ha visto, purtroppo, persone anche giovani lasciarci per colpa di questo male?

Mi si stringe il cuore se provo a fare una lista delle persone che conoscevo morte di cancro, se penso a quelle attualmente malate, alle cure che sono profondamente dolorose, al dolore delle persone rimaste dopo le morti.

Berlusconi questa volta ha davvero esagerato, non me ne frega nulla se lui personalmente ha avuto questa malattia, questo non lo legittima a promettere niente o a parlarne in questi termini. Non entro neanche nel ridicolo dell’affermazione, come se qualcuno in questo paese fosse in qualche modo “indifferente” a questa malattia, come se fosse una cosa di parte, “il PDL contro il cancro ed invece la Sinistra a favore…”.

Mi mancano le parole per poter dire a questa persona che gioca con il fuoco, che nessuno crederà a questa sua promessa, che fa il paio con quella di portare l’aspettativa di vita ben oltre i cento anni. Se facessi parte di un’associazione per la lotta ai tumori, se fossi malato, se qualcuno a me molto vicino fosse malato non perderei occasione per chiarire ad elettori, candidati e governanti del PDL la gravità assoluta di quello che stanno facendo, che non ha precedenti nella storia: glielo urlerei in faccia in ogni occasione!

I tg infatti non stanno dando risalto alla cosa, che quasi passa sotto silenzio; negli articoli sui comizi di Berlusconi il fatto spesso è citato in modo veloce e marginale: ormai non ci stupisce più niente! Secondo me questa è una cosa su cui vale ancora assolutamente la pena indignarsi ed arrabbiarsi trovando dentro di noi non tanto l’avversione politica quanto quel valore che si chiama ‘dignità umana’.

Per quello che mi riguarda dopo questa affermazione sarò ancora più determinato nel mio impegno nella società per mandare a casa questa inqualificabile accozzaglia che qualcuno ha ancora il coraggio di chiamare ‘classe politica di governo’.

ENRICO PELLEGRINI

26 Marzo 2o10