Gli studenti non sono manodopera a costo zero, e il lavoro è un diritto e non una gentile concessione

“Anche se non è successo realmente, credo sia cosa buona e giusta che i giovani vadano a friggere da McDonald’s nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro”.

Così parlò Maurizio Sacconi, ex ministro, intervenendo ad un’iniziativa alla scuola Sant’Anna da Pisa.
Sarà lieto di sapere, il Senatore Sacconi, che purtroppo ciò che lui auspica è realmente accaduto e continua ad accadere.
Sarà lieto anche di sapere che il progetto di Alternanza scuola-lavoro, introdotto da un partito molto simile al suo per le politiche messe in campo, sta avendo i risultati previsti, e temiamo anche sperati da taluni.
La scuola diventa laboratorio dove crescere manodopera gratuita, ovvero milioni di studentesse e studenti spediti- questo è il termine congruo- a lavorare gratuitamente in contesti completamente incoerenti con il loro percorso di studi, completamente privi di tutte le garanzie e le tutele previste su un luogo di lavoro, e senza che vengano rispettate neppure quelle poche briciole scritte nella Carta dei Diritti e dei Doveri prevista dalla legge stessa (i tutor, i corsi di formazione, la redazione delle relazioni ad esempio).
Sarà lieto, il Senatore Sacconi, di sapere che l’alternanza scuola-lavoro è l’ulteriore tassello di trasformazione del lavoro da diritto ad opportunità spacciata per favore e ad al contempo rappresenta la punta del processo di imposta mutazione della scuola : da fattore centrale e propulsore della crescita e della valorizzazione di ogni individuo, a strumento con
segnato alla logica della mercificazione e al dio profitto.
Sarà lieto, il Senatore Sacconi, di sapere che il prodotto di questo progetto e in generale della L.107 (c.d Buona Scuola) persegue esattamente il fine della precarizzazione e della mercificazione, non solo del mondo dei saperi ma della società tutta.
Sarà forse meno lieto di sapere che le studentesse e gli studenti hanno già dimostrato, nelle mobilitazioni autunnali, nelle piazze, nelle scuole, non solo la loro contrarietà al disastro della 107 e dell’alternanza scuola-lavoro, ma hanno anche rivendicato qual’è la Buona Scuola di cui c’è bisogno : pubblica, e non coi finanziamenti regalati alle paritarie, laica, inclusiva, sicura a livello s
trutturale e libera dalle logiche del profitto.
Gli studenti non sono manodopera a costo zero,
e il lavoro è un diritto e non una gentile concessione.

Giovani Comunisti Pisa

Filippo Vergassola (Responsabile Nazionale Scuola e Università – Giovani Comunisti/e)

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