Giovani Comunisti/e: Partire dal reale per costruire l’inimmaginabile!

Contributo alla discussione sulla sinistra dopo qualche giorno dalla stupenda assemblea del teatro Italia, buona lettura!

Cari compagne e care compagne, a qualche giorno dalla bella assemblea di sabato non posso che ringraziare i compagni e le compagne di Je so Pazzo per aver organizzato l’assemblea e in generale tutti coloro che hanno partecipato.

Questo percorso rappresenta un’occasione importante per uno spazio democratico e partecipato dove anche la nostra generazione, quella degli under 35, trova maggiore entusiasmo e coinvolgimento. Quest’ultimo è un dato importante, soprattutto pensando al risultato del referendum costituzionale del 4 dicembre dove oltre l’80 % dei giovani aveva votato No, un voto che testimoniava l’opposizione e la rabbia verso quelle leggi che in questi anni ci hanno tolto diritti, aumentando le ingiustizie in Italia.

Le stesse generazioni cresciute con i tagli all’istruzione, alla sanità e ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, in nome dell’austerity e delle famose politiche “responsabili” dei vari governi. Possiamo ricordare bellissime piazze che gridavano No ai tagli della riforma Gelmini, al Jobs Act, alla riforma costituzionale, per dire che non potevamo pagare noi una crisi causata dalla globalizzazione liberista.

In questi anni tanti/e di noi del mondo dell’associazionismo, dei movimenti, dei comitati locali hanno ripreso le migliori tradizioni del movimento operaio e studentesco, con pratiche di mutualismo e solidarietà sociale come strumento di miglioramento concreto delle condizioni materiali di chi ha subito e continua a subire questa crisi.

Proprio per queste motivazioni, penso che siamo davanti ad un momento che definirei quasi storico, perché finalmente la politica riparte da quei movimenti, da quelle associazioni, da quei comitati che hanno condotto lotte e resistenze alle politiche neoliberiste, e da questi viene rilanciata un’idea di rappresentanza all’interno di un progetto politico più ampio, che sappia coniugarla con mutualismo e conflitto sociale.

I/le giovani comunisti/e non possono che essere all’interno di questo progetto per le storie e il loro percorso politico.Abbiamo sempre sposato la pratica dell’obbiettivo non coltivando piccoli orticelli, ma costruendo insieme concreti spazi di lotta sui territori.

Siamo solo all’inizio di questo percorso che andrà fatto con coraggio e con la consapevolezza di dover ridare entusiasmo e speranza ai tante e alle tante che da troppo tempo non trovano una proposta politica realmente alternativa al neoliberismo.

Il percorso del Brancaccio in parte aveva riattivato queste speranze e queste energie, pur con delle contraddizioni al suo interno.

In molti avevano visto in quel percorso finalmente il supermento di politicismi e tatticismi sterili attraverso una vera democrazia dal basso. Le cose però sono andate diversamente.

Ecco, dall’ottima assemblea di sabato abbiamo l’occasione, come detto da molti interventi, di unire quello che di buono si era fatto nel percorso politico del Brancaccio, con i tanti e le tante che ora si avvicineranno alla proposta politica che ,grazie alla convocazione di Je so pazzo, lanciamo tutte e tutti insieme.

In questi giorni sarà importante rivedersi nei vari territori per coinvolgere tutte le persone interessate a costruire una sinistra antiliberista, democratica e partecipata, una sinistra che sia popolare per ridare voce alla gente isolata dal neoliberismo, rigettando ogni accordo verticistico. Sicuramente per le tante esperienze sociali, politiche e di mutualismo non partiamo da zero, ma adesso abbiamo l’occasione di cambiare un paese da troppo tempo vittima di quel neoliberismo portato avanti sia dal centro-sinistra che dal centro-destra. Uniamo le lotte, le storie, le esperienze per far si che alle elezioni di Marzo ci sia davvero una rossa primavera. Uniti siamo tutto divisi siam canaglia! Grazie ancora ai/lle compagni/e di Je so Pazzo!

“Certo eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati, ma avevamo ragione.”

Abbie Hoffman

Andrea Ferroni
Portavoce Nazionale Giovani Comunisti/e

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