Intervento Rifondazione Comunista al Forum di Lugansk

minerosPubblichiamo l’intervento della delegazione del Partito della Rifondazione Comunista che partecipa alla carovana antifascista di solidarietà con il Donbass al Forum Mondiale di Solidarietà Internazionale di Lugansk, 8 maggio 2015.

Care compagne e cari compagni,

il Partito della Rifondazione Comunista e la sua organizzazione giovanile, i Giovani Comunisti, ringrazia l’Organizzazione Cittadina dei Comunisti di Lugansk e il Comitato per il Donbass Antinazista di Roma per l’invito a partecipare a questa importante giornata di confronto politico internazionale. Riteniamo fondamentale questa vostra iniziativa, specie in una fase storica come la presente in cui il coordinamento e la collaborazione sul piano internazionale delle forze di sinistra, anticapitaliste e antifasciste si rivela spesso difficile. La nostra rappresentanza, come buona parte delle delegazioni qui presenti, ha deciso di aderire alla Carovana Antifascista della Banda Bassotti che in questi giorni si trova nel vostro paese. Insieme a loro siamo qui per testimoniare il nostro appoggio alla resistenza delle Repubbliche Popolari di Lugansk e Donetsk che si trovano sotto l’attacco del governo fantoccio di Kiev e della sua manovalanza fascista per conto dell’imperialismo USA/UE. Insieme a loro saremo con orgoglio al vostro fianco anche il 9 maggio nelle celebrazioni per il 70° della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica.
Nostro compito immediato è quello di rompere il muro di silenzio e menzogne che l’apparato mediatico/propagandistico occidentale ha edificato sulla vicenda del conflitto in Ucraina.

Il grosso del lavoro fin qui svolto in patria è stato quello di informarci e informare. Nel nostro paese, come in tutti i paesi occidentali, le informazioni fornite dai media di massa hanno finito regolarmente per nascondere -se non addirittura sovvertire!- la verità sulla guerra genocida scatenata in queste terre dal regime di Kiev.
Per le mobilitazioni di euromaidan si è parlato di giovani e pacifici rivoluzionari in lotta per la libertà e la democrazia, quando invece, fin dal principio, è stato possibile riscontrare la massiccia presenza in quella piazza di forze apertamente naziste, come Svoboda e Pravy Sektor.
Nostro intento dunque, una volta tornati in Italia, è ampliare la mobilitazione di solidarietà alla lotta antifascista novorussa attraverso informazione e conoscenza.
Siamo al fianco della resistenza del Donbass perché condividiamo i valori di emancipazione popolare, antifascismo e antimperialismo che la lotta di questo popolo oggi incarna contro l’arroganza degli appetiti imperialisti nordamericani ed europeo-occidentali.
Il 25 Aprile scorso si è celebrato in Italia il settantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Per quanto ci riguarda la memoria storica non è letteratura inerte, ma esempio vivo dell’azione che i nostri partigiani, seguendo l’esempio glorioso dei popoli sovietici, seppero opporre alla barbarie trionfante, riscattando col sangue la dignità del proletariato e del popolo italiano tutto. Ora che la guerra imperialista dilania nuovamente il suolo europeo siamo chiamati ancora una volta a schierarci al fianco di chi combatte per la pace e la libertà dei popoli. Crediamo che l’obbiettivo politico minimo della resistenza novorussa sia la difesa di una degna legalità democratica contro ogni sorta di colpo di stato fascista, mascherato o meno da” rivoluzione colorata” mentre la questione vitale oggi all’ordine del giorno è la solidarietà concreta verso il popolo novorusso stremato da un anno di guerra criminale che ha distrutto le infrastrutture produttive e sociali del paese.
A questo scopo ci mettiamo a disposizione dei compagni novorussi per lavorare alla creazione di una rete di iniziative e aiuti umanitari di cui c’è assolutamente bisogno per dare sollievo alle sofferenze degli strati più deboli della popolazione.
Il movimento operaio ha scritto nella sua storia pagine gloriose di solidarietà, mutualismo, cooperazione e non ha bisogno della compassione di chi con una mano bombarda e con l’altra offre un tozzo di pane per lavarsi la coscienza. Non ci fidiamo degli “aiuti umanitari” di certe O.N.G. che sono il cavallo di troia degli imperialisti.

Il governo golpista di Kiev pone in essere oggi in Ucraina le stesse ricette economiche applicate entro i confini dell’Unione Europea “a due velocità”: quella franco-tedesca e quella dei così detti PIGS, vale a dire gli stati dell’Europa meridionale che più tutti si trovano a subire la privatizzazione del capitale nazionale unita al taglio scellerato della spesa sociale. In questo quadro, le pressioni fatte sulla Grecia ad opera delle élite finanziarie europee sono complementari alle arroganti aggressioni della NATO che, pur di mantenere il suo traballante dominio sul mondo, non si fa scrupoli nel gettare nel caos e nella miseria interi paesi, come la Siria o la Libia. In ogni dove, con forme diverse, l’imperialismo euro-atlantico tesse alleanze con le classi borghesi dominanti e le forze più reazionarie; porta violenza e morte; costruisce dal nulla false forme di protesta o -peggio ancora- giunge a manipolare e strumentalizzare persino forme di protesta identificabili, in una prima fase, come autenticamente popolari.
Il fine è evidente a tutti noi: come una belva feroce che utilizza un’ultima volta i denti e gli artigli nel tentativo di ritardare di poco la sua fine, le élite capitalistiche occidentali scaricano sui popoli delle periferie dell’impero i costi di una crisi economica e sociale che loro stesse hanno prodotto. Nello stesso quadro si inserisce anche il recente tentativo di destabilizzazione ai danni della Repubblica Bolivariana del Venezuela, mentre in Ucraina le stesse milizie banderiste protagoniste dei giorni di euromaidan combattono oggi sul fronte del Donbass, armate e foraggiate dalle forze atlantiste.
Quelle stesse forze che hanno inteso trasformare uno scontro intercapitalistico tra oligarchi intorno alla scelta del mercato internazionale di riferimento (questi i contorni iniziali di euromaidan) in una guerra sanguinaria e classista volta alla distruzione dei settori sociali che più coscientemente si oppongono al nuovo ordine oligarchico a stelle e strisce di Kiev. Quelle stesse forze atlantiste la cui manovalanza fascista dichiara ancora oggi fieramente di voler “portare fino in fondo” il processo reazionario in corso.
Non assisteremo immobili al genocidio delle popolazioni di Donetsk e Lugansk, alla persecuzione e alla tortura dei comunisti ucraini, ai roghi di antifascisti sul modello della strage di Odessa!
Per queste ragioni, diffidiamo da quelle forze che danno una lettura della resistenza novorussa come una lotta tra nazionalismi o etnie. Russi contro ucraini. Occidente contro oriente.
Come nella Resistenza italiana anche nella resistenza odierna del Donbass ci sono elementi di difesa della Patria davanti ad un invasore che bombarda le proprie case, che impedisce l’uso della propria lingua e che pratica sistematicamente una guerra di sterminio, ma è proprio perché siamo coscienti che quando il virus dello sciovinismo infetta i popoli, questi non hanno nulla da guadagnare se non le catene di un padrone rispetto ad un altro.
Per questo sosteniamo e sosterremo la Novorossia e le sue avanguardie di classe nella loro lotta al regime di Kiev così come sosteniamo e sosterremo l’Ucraina antifascista e democratica che si trova a lottare in clandestinità sotto il tallone dell’occupazione fascista.
Abbiamo la consapevolezza che una vittoria del nazifascismo in Ucraina aprirebbe la strada al dilagare delle camicie nere attraverso tutta l’Europa mentre, al contrario, una chiara sconfitta delle forze della reazione darebbe nuovo respiro all’antifascismo su scala continentale e concorrerebbe a generare contraddizioni profonde in seno all’imperialismo atlantico.
Di questo noi italiani, con 113 basi NATO presenti sul territorio nazionale, ne abbiamo più che mai bisogno.
Riteniamo che una sonora batosta delle mire imperialiste in Ucraina non potrebbe che agevolare la creazione di un mondo autenticamente “multipolare”.
In tale prospettiva, affermiamo la necessità per i comunisti di lavorare duramente e tenacemente per l’unità di tutte le forze antifasciste.
Auspichiamo la creazione di una alleanza internazionale di tutte le forze progressiste che possa rendere praticabile la pace tra i popoli e l’edificazione d’una società realmente più giusta e fraterna, sulla strada verso il Socialismo!
Per questo la vostra lotta è la nostra lotta!
Oggi come ieri, non un passo indietro!

RIFONDAZIONE COMUNISTA

8 maggio 2015

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