Il contributo scolastico non è obbligatorio!

contributi-scuoleCos’è il contributo scolastico? Il contributo scolastico (chiamato anche contributo interno o semplicemente contributo), è deliberato dal Consiglio d’Istituto di ogni scuola. Tale contributo si differenzia dalle cd. “tasse erariali” obbligatorie, poiché è intestato alla scuola in cui si è iscritti e non all’Agenzia dell’Entrate come accade per le tasse erariali.
A quanto ammonta?
Tale contributo varia di scuola in scuola in base alla decisione presa in seno al Consiglio d’Istituto, parte da 80 e può arrivare addirittura a 150/200 €.
Il contributo scolastico è obbligatorio?
No! Il contributo scolastico è assolutamente VOLONTARIO. La scuola pubblica italiana segue i principi di obbligatorietà (scuola dell’obbligo) e della gratuità, in ragione dei quali non è consentito imporre tasse e contributi alle famiglie per alcuna ragione.
Dove viene stabilita la volontarietà del contributo scolastico?
Il comma 622 della legge 296/2006(finanziaria 2007), dopo aver sancito l’obbligatorietà dell’istruzione per dieci anni ha tra l’altro confermato”il regime di gratuità ai sensi degli articoli 28, comma 1, e 30, comma 2, secondo periodo, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226″ . Pertanto se ne desume che “In ragione dei principi di obbligatorietà e di gratuità , non è dunque consentito imporre tasse o richiedere contributi obbligatori alle famiglie di qualsiasi genere o natura per l’espletamento delle attività curriculari e di quelle connesse all’assolvimento dell’obbligo scolastico (fotocopie, materiale didattico o altro) fatti salvi i rimborsi delle spese sostenute per conto delle famiglie medesime (quali ad es: assicurazione individuale degli studenti per RC e infortuni, libretto delle assenze, gite scolastiche, ect). Eventuali contributi per l’arricchimento dell’offerta culturale e formativa degli alunni possono dunque essere versati dalle famiglie solo ed esclusivamente su base volontaria”.
Tale riferimento legislativo è stato ribadito dal Miur nel corso degli anni ribadendo la volontarietà del contributo. (Lettera Dipartimento miur 28 Aprile 2011, Circolare Dipartimento Miur 20 Marzo 2012 e nell’ultima Nota del Miur n.593 del 7 marzo 2013.
E se si sollevano problemi nell’iscrizione nel caso in cui non pago il contributo scolastico?
Le scuole non sono titolari di imporre tasse e contributi (è ad esclusività dello Stato), per tale motivo non possono obbligare nessuno a versare una quota e non possono assolutamente rifiutare la domanda di iscrizione per non aver pagato tale contributo.
Quali sono le tasse che, invece, devo pagare?
Secondo il decreto legislativo 297/1994 , per coloro che hanno superato l’obbligo scolastico, sono:
Tassa di iscrizione: È esigibile all’atto dell’iscrizione ad un dato corso di studi secondari, non è rateizzabile ed è devoluta integralmente all’Erario. L’importo è di 6,04 €.
Tassa di frequenza: deve essere corrisposta ogni anno. La tassa deve essere pagata per intero sia nel caso che l’alunno si ritiri dalla scuola sia nel caso che sia costretto ad interrompere la frequenza per motivi vari. Il pagamento è riconosciuto valido, in caso di trasferimento di uno studente da istituto statale al altro statale, dalla nuova scuola. Costo 15,13 euro.
Tassa di esame: Deve essere corrisposta esclusivamente nella scuola secondaria superiore in unica soluzione al momento della presentazione della domanda per esami di idoneità, integrativi, di licenza, di qualifica, di Stato (ex maturità). L’importo è di 12,09 euro.
Tassa di diploma: La tassa deve essere corrisposta in unica soluzione, al momento della consegna del titolo di studio. Costo euro 15,13.
Se i presidi o i professori sollevano problemi al non pagamento del contributo?
L’unico contributo (come scritto nella legge sopra citata 296/2006) che uno studente è tenuto a pagare alla propria scuola è rappresentato dal rimborso delle spese sostenute dalla stessa per conto delle famiglie: libretto delle giustificazioni, carta per le pagelle (che stanno sparendo in favore del digitale) e polizza assicurativa, sempre che la scuola ne abbia sottoscritta una. Queste voci di spesa non possono superare i 20-25 euro. Fate quindi presente al Dirigente Scolastico che avete intenzione di pagare alla scuola solo il rimborso di queste spese tramite una lettera o comunicazione orale. Nella lettera o di persona, comunicate le vostre intenzioni di pagare solo la parte del contributo scolastico strettamente obbligatoria, citando le leggi scritte su.
Ma dove va a finire questo contributo scolastico volontario?
I contributi scolastici dovrebbero essere finalizzati all’innovazione tecnologica, all’edilizia scolastica e all’ampliamento dell’offerta formativa (DL. 40/2007 Legge Bersani). Nella realtà le scuole li utilizzano spesso per coprire le spese ordinarie: pulizie, manutenzione, fotocopie, supplenze brevi, ecc.
Ma se verso il contributo, tale è detraibile dalle tasse?
Assolutamente SI! Tutti contributi volontari versati alle scuole durante l’arco dell’anno scolastico, possono essere detratti dalle persone fisiche nella misura del 19%, purché venga conservata ricevuta del versamento e nella causale sia stata specificata la seguente dicitura: erogazione liberale per (almeno una delle seguenti motivazioni) innovazione tecnologica; ampliamento dell’offerta formativa; edilizia scolastica.
Perché le scuole impostano il contributo come obbligatorio e tacciono riguardo la sua volontarietà e la detrazione fiscale dello stesso?
Le scuole italiane si trovano in una situazione altamente disastrosa e a per evitare problematiche relative al bilancio o pagamenti mancanti o addirittura ipotesi di chiusure, utilizzano tale stratagemma volto ad avere una nuova liquidità da utilizzare in attività e miglioramenti didattici.
La Scuola tace riguardo la detrazione onde evitare di far trapelare la volontarietà del versamento.
Lo Stato dovrebbe dare la possibilità alle scuole di avere più finanziamenti in modo da non gravare sempre più sulle famiglie e sugli studenti.
SENZA MEZZI LA SCUOLA PUBBLICA è PERSA!
La scuola è pubblica e deve essere FINANZIATA e SALVATA DALLA DERIVA!

NON FARTI INGANNARE: Informati e fai circolare!

GIOVANI COMUNISTE/I

redazionale

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