CONTRO IL RICATTO DEL VOTO UTILE, CONTRO IL GRANDE INCIUCIO PD-MONTI

di Simone Oggionni

Nel vivo di questa campagna elettorale (in cui la nostra priorità è, ovviamente, l’iniziativa esterna, di convincimento e coinvolgimento in mezzo alla gente) provo a riflettere su tre questioni che mi paiono di non poco conto. La prima riguarda il cosiddetto “voto utile”, che con il passare dei giorni sta diventando il cuore della campagna elettorale, un vero e proprio ricatto esercitato dalla coalizione di centro-sinistra contro l’elettorato di sinistra allo scopo di guadagnare voti liberamente orientati verso Rivoluzione civile:
Deve essere chiaro a tutti che sulla capacità di fronteggiare con efficacia questa campagna di ricatto si gioca gran parte della nostra possibilità di ottenere un risultato positivo. Per questo va chiarito che è semplicemente intollerabile che una forza democratica sostenga l’esistenza di voti che valgono di più (utili) rispetto a voti che valgono di meno (inutili), quando il principio dell’equipollenza dei voti è il cardine del suffragio universale. Quindi delle due l’una: o i voti valgono tutti allo stesso modo, oppure si vada fino in fondo e si abbia il coraggio di mettere in discussione il suffragio universale, proponendo a determinate componenti sociali (oltre che a determinati partiti politici, come si è già fatto) di rinunciare al diritto di voto.

In secondo luogo, va ribadito che è politicamente vergognoso che si chieda ad una lista che si presenta alle elezioni perché dotata di un programma e di una linea politica alternativi di non farlo (e ai suoi elettori di non votarla), dopo essersi rifiutati pregiudizialmente e in maniera del tutto intransigente anche solo di confrontarsi con essa sul programma e sulla linea politica.

Ma questa vergogna è anche, allo stesso tempo, una vera frode.

Con i voti sottratti a Rivoluzione Civile, la coalizione di centro-sinistra si appresta a proporre un patto di governo al Terzo Polo, in perfetta continuità con l’esperienza del governo Monti. Su questo punto non c’è ormai più alcuna ambiguità: oltre alla fin troppo chiara Carta d’Intenti parlano le infinite interviste di tutti i maggiori esponenti del Partito democratico. In una recentissima intervista al Sole 24-Ore, il segretario del Pd e primo ministro in pectore Bersani ha ribadito il concetto, aggiungendo testualmente che «da Vendola, con il suo partito poco sopra il 3%, non verrà alcun problema».

E allora la terza questione che vorrei sollevare è la seguente: Nichi Vendola porta sulle sue spalle una grande responsabilità. Ha compiuto un grave errore, impedendo alla sinistra italiana di presentarsi alle elezioni unita, con un proprio programma e un proprio profilo di chiara e netta autonomia dai poteri forti. Ma ha ancora una possibilità. Può sottrarsi all’abbraccio mortale con Monti ed evitare, in extremis, di portare quei voti – sempre meno, dicono i sondaggi, ma comunque esistenti – dentro il Partito democratico. Può ricollocarli a sinistra, impegnandosi a non sostenere un governo Bersani-Monti esattamente come dice Rivoluzione Civile. Può tornare ad ascoltare il proprio elettorato e una parte del suo partito, uscendo da quel tunnel senza uscita nel quale si è cacciato da diversi mesi.

Questo è quindi, ad oggi, lo scenario: il centro-sinistra è impegnato in una vergognosa caccia ai nostri voti facendo leva sull’argomento del voto utile, utilizzando anche i suoi giornali per cancellarci dal dibattito pubblico. Contemporaneamente, ha già chiarito in maniera incontrovertibile che anche qualora disponesse della maggioranza assoluta pure al Senato varerebbe un governo aperto ai cosiddetti “moderati” (sulla cui “moderazione” bisognerebbe tra l’altro iniziare a discutere, perché Casini, Montezemolo, Fini, oltre a Monti e Fornero, rappresentano organicamente una destra liberista e confindustriale aggressiva e classista tanto quanto quella populista di Berlusconi e Maroni). In questo quadro, la sinistra del centro-sinistra è condannata ad una posizione di sterile testimonianza e di totale inefficacia. Fino a che non capirà che il suo posto è altrove.

Nel frattempo, in queste settimane, noi lavoriamo con grande determinazione e grande entusiasmo per contrastare il ricatto del voto utile e soprattutto per scongiurare la nascita di un governo Bersani-Monti. L’unico modo per farlo è sostenere Rivoluzione Civile alla Camera e anche al Senato. Questo è l’unico voto utile per chi non si rassegna e vuole cambiare.

SIMONE OGGIONNI

da www.reblab.it

febbraio 2013

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