Una via di critica senza appello al capitalismo

di Antonio Perillo

Dall’1 al 4 Marzo i Giovani Comunisti hanno ospitato a Roma la General Assembly dell’Endyl (the European Network of Democratic Young Left – Rete Europea Democratica dei Giovani di Sinistra), soggetto internazionale che vede l’adesione di moltissime ed importanti organizzazioni studentesche e giovanili comuniste e socialiste di sinistra del continente. Nato già nel 1994, l’Endyl ha scelto l’Italia per rilanciare la propria iniziativa e per darsi una nuova struttura organizzativa. Contestualmente, nuovi Paesi hanno aderito alla Rete, primi fra tutti noi Giovani Comuniste/i.

Di seguito, l’elenco delle delegazioni presenti all’assemblea romana:

  • DANIMARCA: Socialistisk UngdomsFront (Fronte della gioventù socialista, vicina al partito socialista di sinistra Red-Green Alliance)
  • FINLANDIA: Vasemmistonuoret (Gioventù di sinistra, vicina al partito socialista di sinistra Left Alliance)
  • GERMANIA: Linksjugend-solid (organizzazione giovanile del partito Linke)
  • GRECIA: Neolaia (organizzazione giovanile del partito Synaspismos)
  • MACEDONIA: Young Socialists of Macedonia (organizzazione giovanile del Partito Socialista di Macedonia)
  • MOLDAVIA: Union of the Communist Youth of Moldova (organizzazione giovanile del Partito Comunista)
  • NORVEGIA: Sosialistisk Ungdom (organizzazione giovanile del Partito Socialista di Sinistra)
  • POLONIA: Mlodzi Socjalisci (organizzazione giovanile del Partito Socialista di Sinistra)
  • PORTOGALLO: organizzazione studentesca giovanile del Bloco de Esquerda

All’Endyl aderiscono inoltre organizzazioni presenti in Spagna, Catalogna, Francia, Estonia, Islanda, Turchia e Irlanda che, non avendo potuto partecipare, hanno inviato messaggi di saluti e interventi.

La prima giornata di dibattito, venerdì 2 marzo, ha visto la presentazione delle singole organizzazioni e del loro lavoro da parte dei compagni e delle compagni delegati a Roma. Dagli interventi e dai video e documenti mostrati, è parso subito chiaro l’elemento accomunante: la presenza e la promozione, nell’ultimo anno, delle mobilitazioni in ogni Paese contro le politiche monetariste e di privatizzazione portate avanti dai governi europei sotto la pressione dei diktat della Troika UE, BCE, FMI.

Pur provenendo da contesti molto diversi, si parla la stessa lingua: si manifesta davanti alle sedi dei Parlamenti e delle grandi sedi simbolo dell’economia finanziaria che ha generato una crisi globale. Dal Portogallo, paese da tempo sotto la scure degli speculatori dove il potere d’acquisto dei lavoratori è paurosamente calato, alla Finlandia dove la sinistra si trova a dover fronteggiare gli attacchi di governi conservatori ad uno stato sociale ancora solido, alla Moldavia, in cui un partito comunista oltre il 30% dei voti guida l’opposizione al governo.

Condivise anche le preoccupazioni riguardo alla conseguente riduzione degli spazi di democrazia reale e all’emergere nei vari Paesi di organizzazioni di estrema destra in grado talvolta di catalizzare un discreto consenso attorno all’opposizione di stampo populista a governi rispondenti a tali diktat se non quando diretti esplicitamente da “tecnici”, come nei casi di Grecia ed Italia.

Collettiva è anche la coscienza di combattere una battaglia comune, non legata alla crisi di questo o qual paese europeo e alle sue caratteristiche socio-economiche, ma volta a rovesciare un attacco complessivo alla società, ai diritti dei lavoratori e quindi alla nuova generazione di europei. La necessità, insomma, di un intervento organizzato sul livello europeo ed internazionale.

Appendice della prima giornata di lavori, una partecipata assemblea sulla crisi e la sua dimensione europea promossa dai GC presso un circolo romano del Prc, coordinata dal portavoce Simone Oggionni, alla quale hanno partecipato il segretario del Prc Paolo Ferrero, Alfonso Gianni (comitato scientifico di SeL) e Yiannis Bournous, responsabile per l’Europa del Synaspismos ed osservatore per conto della Sinistra Europea alla General Assembly dell’Endyl. E’ proprio l’intervento di Yiannis, dal cuore della crisi europea, a squadernare tutti i problemi politici della Sinistra in Europa. La necessità di un programma comune di chiara alternativa ai “Memorandum” (i successivi provvedimenti di austerità, definiti “distruzione sociale”, approvati dai governi greci e che costituiscono la direzione di tutte le politiche europee in questa fase), l’elaborazione di un piano di uscita da sinistra dalla crisi in atto e di superamento di un sistema economico che produce naturalmente, non per degenerazione, crisi economiche, compressione della democrazia e incremento delle disuguaglianze, la necessità di modificare radicalmente il funzionamento economico e politico delle istituzioni europee e l’urgenza di costruire un fronte unitario della sinistra anti-liberista superando diffidenze e settarismi. I compagni italiani ne raccoglieranno interamente le sollecitazioni: Gianni proponendo di passare all’attacco e riprendere la campagna per l’approvazione di una risoluzione del Parlamento Europeo che preveda un reddito minimo pari al 60% del salario medio di ogni paese UE, Ferrero ponendo l’accento sulla necessità di demistificare i processi ideologici alla base della costruzione neoliberista dell’Europa e di ricostruire la Sinistra a partire dal suo radicamento nella società e nella costruzione di solidarietà e mutualismo fra i soggetti colpiti dalla crisi.

La sessione mattutina della giornata di sabato 3 marzo si apre con la relazione della parlamentare europea portoghese del gruppo GUE-NGL Marisa Matias, ospite dell’assemblea. Tutte le organizzazioni presenti nell’Endyl fanno riferimento al gruppo presso il parlamento europeo, pur restando l’Endyl una soggettività autonoma.

La compagna Matias si concentra sui temi che vedono maggiore dibattito all’interno dei partiti che compongono il GUE-NGL e sul problema dell’incapacità della Sinistra, fino ad ora, di spostare a sinistra il malcontento generato dai feroci provvedimenti anticrisi adottati spesso da governi guidati da partiti socialisti/socialdemocratici o in ogni caso, diremmo in Italia, di centrosinistra.

I temi del dibattito: il grado di integrazione politica ed economica dell’Europa che la Sinistra immagina (fra tentazioni di ritorno agli stati nazionali e volontà di trasformazione radicale dei trattati fondativi dell’UE), quindi il problema della dimensione del budget europeo e del debito pubblico denominato in euro e la sua ristrutturazione, l’esistenza stessa o meno della zona a moneta unica. Sulla base dei chiarimenti su questi punti cardine, secondo Matias, sarà possibile anche procedere ad un ulteriore compattamento della Sinistra anticapitalista su scala europea e non solo, in grado di rompere, sul piano politico, il potere dei “due blocchi”, costituiti dai partiti conservatori e da quelli socialdemocratici, opposti sul piano del governo ma concordi nell’applicazione dei dettami della Troika.

Il pomeriggio del sabato è dedicato al dibattito interno all’Endyl, alla costruzione di un piano di azione comune e all’elezione delle nuove strutture dirigenti della Rete.

Se le visioni sono unanimi sull’analisi della gravità della crisi in atto e nell’attacco alla democrazia, allo stato sociale e al mondo del lavoro, nell’opposizione ai fenomeni di recrudescenza fascista, nella difesa di un sistema educativo pubblico di massa, qualche lieve differenza, legata soprattutto alle enormi differenze di contesto nel quale le compagne e i compagni si trovano ad operare, emerge sul piano delle proposte. Il dispositivo finale approvato ruoterà sulla parola d’ordine dell’introduzione del Basic Income (reddito di base), garantito dallo Stato per contrastare in radice il dumping sociale insito nelle politiche di austerità. Redistribuzione del reddito, cancellazione della precarietà, individuazione del diritto al reddito. Questi i capisaldi della proposta, avanzata dai compagni finlandesi e condivisa dall’assemblea. Da parte dei compagni tedeschi giunge la necessaria aggiunta della necessità di un riequilibrio in senso fortemente progressivo della fiscalità, secondo lo slogan “Tax the rich!”. Il nostro contributo come Giovani Comunisti è stato determinante in due direzioni: da un lato ancorando la proposta del basic income alla risoluzione del parlamento europeo che traguarda un reddito minimo pari al 60% del salario medio di ogni Paese (con la conseguente necessità di raccogliere le firme per trasformare l’indicazione del Parlamento Europeo in direttiva); dall’altro lato per inquadrare il basic income dentro un quadro strutturale. La proposta di reddito minimo sarà efficace, infatti, solo se inserita in un quadro di rinnovato intervento pubblico (il testo parla di “pianificazione democratica”) in economia teso alla riconversione ambientale delle produzioni e alla creazione di nuova occupazione, cioè in maniera incompatibile con il restringimento radicale dei bilanci pubblici nell’agenda dell’UE del trattato di Maastricht.

La seduta affronta anche il tema – da noi sollecitato insieme ai compagni della Linke e del Synaspismos – del rapporto dell’Endyl con il Partito della Sinistra Europea e con la prossima formazione di un suo forum giovanile. L’Endyl è invitato formalmente a far parte di questo processo fondativo. La coscienza dell’importanza del livello europeo ed internazionale dello scontro in atto è significativamente condivisa e la Rete aderirà a tale progetto, mantenendo la sua autonomia organizzativa, con lo scopo ulteriore di coinvolgere, oltre a singoli e realtà locali, anche altre realtà giovanili nazionali che non appartengono alla EL (European Left) in un’ottica di ricomposizione della sinistra anticapitalista che guardi strategicamente all’unità di tutte le organizzazioni che aderiscono al Gue.

I lavori della General Assembly si concludono con l’elezione di un Board (organismo dirigente) di 5 compagni in cui entrano per la prima volta i GC (con il portavoce Simone Oggionni), assieme ad un rappresentante per la Finlandia, uno per la Moldavia, uno per la Grecia, uno per la Macedonia. Viene eletto Segretario Generale il compagno moldavo Alexander Rozsko. Al Segretariato organizzativo viene confermato il compagno Martin Gunther, responsabile esteri della giovanile della Linke tedesca.

Si lascia l’assemblea domenica 4 marzo enormemente arricchiti in termini di conoscenza delle varie realtà europee e con la coscienza di aver aderito ad un percorso ricco di potenzialità, in cui è confortante il livello di unità di vedute pur in presenza di rappresentanti di Paesi tanto diversi fra loro e di organizzazioni con radici ideologiche e pratiche politiche molto eterogenee. Estremamente stimolante è il constatare che una Rete che chiaramente non si fonda su elementi identitari radicati nella tradizione comunista e che vede presenti molte differenti culture critiche del capitalismo, consideri la cultura comunista elemento foriero di ricchezza di analisi e di unità. Si lascia l’assemblea con la volontà di contribuire a far crescere questa realtà.

Il primo appuntamento per tutte le compagne e i compagni è già fissato ed è l’Università della Sinistra Europea che si terrà quest’estate in Grecia.

ANTONIO PERILLO

7 marzo 2012

1 commento su “Una via di critica senza appello al capitalismo”

  1. Francesco Colaci

    Bell’articolo cari comapgni! Sono proprio contento del nuovo sito GC e della svolta del nazionale. Abbiamo finalmente abbandonato quelle vesti hippy e siamo diventati più combattivi nel design, nei contenuti e nell’analisi!!! 🙂 W i GC, il PRC e la Federazione Della Sinistra!!!

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