Liberiamoci della precarietà

Assemblea nazionale 19 e 20 novembre

La precarietà non è un destino, né un dato immodificabile a causa di oscure leggi di mercato. Per questo possiamo liberarcene! La precarietà è il frutto di scelte (e non scelte) politiche. E’ un problema di felicità e di libertà negate, di diritti, di continuità di lavoro e di reddito, è un problema di opportunità e di competenze sprecate. E’ un problema di soldi, di previdenza e di tempo rubato. E’ la difficoltà a vivere il presente, ad avere una casa, a immaginare il futuro. E’ la paura di invecchiare in miseria.

Emblema della crisi.
Proprio la precarietà è il filo rosso che lega il modello economico che ha prodotto la crisi e le politiche di austerity invocate per contrastarla. E’ il terreno su cui questo modello di sviluppo ha mostrato il suo volto più feroce: lo smantellamento del welfare, l’instabilità del lavoro e la negazione dei diritti sono la bandiera di un sistema che mette in secondo piano le persone – i loro bisogni e i loro desideri – rispetto ai privilegi e alle rendite di pochi.  La crisi nel nostro paese ha il volto della generazione precaria, del 30% dei giovani italiani senza lavoro, sotto il ricatto dell’incertezza e del lavoro nero, a carico di famiglie sempre più povere. Ha il volto delle studentesse e degli studenti a cui viene, di fatto, negato l’accesso a una conoscenza sempre più costosa e sempre meno  valorizzata. E’ in questo ricatto che si manifesta la distanza abissale tra l’economia globalizzata e la nostra vita quotidiana, nel senso d’impotenza rispetto alla possibilità di decidere delle nostre esistenze.
E non è più un problema solo generazionale. L’acuirsi della crisi e l’incapacità politica di contrastarne gli effetti stanno estendendo a tutti il modello di precarietà, di lavoro e di vita, che fino ad oggi ha gravato soprattutto sulle nuove generazioni, per questo non cadiamo nella trappola di chi vorrebbe vederci in lotta con i nostri genitori in una contrapposizione tra “garantiti e non garantiti” che non ha, oggi più che mai, ragione di essere. In Italia, come in Europa.

Riprenderci la vita.
Vogliamo riprenderci la nostra vita. E vogliamo farlo adesso. Vogliamo liberarci della precarietà, che significa, prima di tutto, affermare il valore delle nostre competenze e del nostro lavoro. Un lavoro che corrisponda alle nostre aspirazioni, che ci dia gli strumenti per realizzare i nostri progetti di vita, affettivi e professionali. Vogliamo vedere nel pubblico impiego una risorsa e non un altro attore della precarizzazione, e nel mercato un’espressione della società e non la società stessa. Vogliamo contratti di lavoro stabili per lavori stabili, vogliamo una continuità di reddito per affrontare la vita quando il lavoro è discontinuo, un reddito minimo, fatto di sussidi e servizi, per garantire la dignità della vita e del lavoro com’è in tutti i paesi europei (e come definito nella risoluzione europea 2010/2039), vogliamo una casa, vogliamo poter scegliere di essere madri e padri. Vogliamo liberarci dal ricatto di un lavoro senza diritti né protezioni. Vogliamo che tutti possano studiare e formarsi a prescindere dal reddito. Vogliamo un paese che ci somigli di più, che creda nella qualità dello sviluppo e che faccia della conoscenza uno degli elementi fondanti e includenti di questa democrazia. Possiamo vincere, ma solo insieme. Il nostro riscatto non può che essere collettivo.

Assemblea Nazionale del 19 e 20 novembre: perché bisogna esserci?
Abbiamo mosso i nostri primi passi lo scorso 9 aprile, in una giornata che ha visto scendere in piazza a Roma e in tante città d’Italia associazioni, reti, coordinamenti di lavoratrici e lavoratori precari, stagisti, disoccupati, studentesse e studenti. Volevamo raccontarci e non essere raccontati, prendere la parola per denunciare lo scandalo di un paese che ci spreme e ci spreca allo stesso tempo. Adesso non è più tempo solo di denuncia. All’assemblea nazionale del 19 e 20 novembre ci riprendiamo un tempo e uno spazio troppo spesso negati. Un tempo e uno spazio dove costruire risposte.
Non si parte da zero. Abbiamo idee e proposte su cui riflettere e lavorare insieme. Essere compagni in questo viaggio è una grande occasione che ci rende più forti per costruire un presente e un futuro diversi. Più liberi, più nostri.
Ti aspettiamo all’assemblea nazionale del 19 e 20 novembre perché le nostre storie siano una ricchezza e le nostre idee siano soluzioni.

Il nostro tempo è adesso, la vita non aspetta!

Per adesioni: info@ilnostrotempoeadesso.it

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