UniCa 2.0 sbaraglia ancora una volta CL

di Matteo Quarantiello

Un anno e mezzo fa quando l’UDU Cagliari, la Jan Palach, i Giovani Comunisti, diversi ragazzi delle case, parte del movimento dell’onda e tanti altri studenti stravincono le elezioni universitarie sotto la sigla UniCa 2.0, in tanti l’hanno definito un semplice cartello elettorale. Il progetto, dopo anni di dittatura da parte di “comunione e liberazione”, aveva sbaragliato tutti, raccogliendo il 45% dei consensi (2733 voti totali), ottenendo 3 seggi su 5 agli organi centrali dell’ateneo e la maggioranza dei rappresentanti nella quasi totalità delle facoltà. Un successo senza precedenti per la sinistra nell’università di una città destra come quella di Cagliari.

Il 10 e 11 Novembre 2010, in occasione delle elezioni per il rinnovo del rappresentante nel CDA dell’ente per il diritto allo studio (ERSU), UniCa 2.0 ha confermato il risultato, sbaragliando “comunione e liberazione” dall’ultimo organo di rappresentanza in cui ancora continuavano a risiedere. Un risultato eccezionale con 1929 voti assoluti (oltre il doppio della lista ciellina, arrivata seconda con 878 voti) e con una percentuale di quasi il 57%. Si ferma invece a 541 voti la lista centrista di UxS.

A metà del suo mandato UniCa 2.0 si avvia ad essere un gruppo maturo, un gruppo che investe sui giovani, che ha fatto e sta facendo del ricambio il suo cavallo di battaglia. Vincendo questa sfida si è dimostrato che costruire un punto di riferimento credibile per i giovani nell’università di Cagliari è possibile lavorando uniti, mettendo assieme tesserati ai partiti di sinistra con associazioni studentesche e tantissimi studenti con tanta voglia di dare una mano.

Con pochi soldi, tantissime idee, nessun arrivismo e senza chiedere niente a nessuno il gruppo ha stravinto le elezioni, si è capita l’importanza dell’unità e individuata la candidata attraverso il confronto e la sintesi. Si sono capovolti gli schemi della vecchia politica, quella della frammentazione e dell’individualismo, sostituendo a questi una squadra che ha saputo essere vincente a sinistra.

Una campagna elettorale lunga quella per l’ERSU, portata avanti dai militanti di UniCa 2.0, dai suoi rappresentanti ad ogni livello, dai tanti sostenitori accaniti e con una struttura capace di mettere insieme una macchina infallibile. Il punto di partenza è stato la stesura di un programma elettorale ampio, raggiunto attraverso lunghe discussioni e col contributo di tanti. I Giovani Comunisti hanno saputo in questa fase dare un contributo decisivo. In particolare l’inchiesta svolta diversi mesi fa fra gli studenti fuori sede, è stata al centro del programma sui problemi abitativi, le riflessioni e le proposte politiche da questa scaturiti, sono diventati la proposta politica di tutto il gruppo, per contrastare il mercato degli affitti in nero.

Il resto della campagna elettorale è stato entusiasmo allo stato puro. Dallo slogan “Voltiamo Pagina”, al successo spropositato ottenuto su Facebook, passando per le discussioni in facoltà e online, alle prodezze grafiche e gli spot elettorali autoprodotti, si è dimostrato quanto riesca a fare un gruppo coeso e che lavora unito. Poi volantinaggi, affissioni e una lotta costante contro CL che a suon di scorrettezze ha cercato di screditare il gruppo in ogni modo.

Nei giorni del voto l’università era invasa di ciellini, arrivati dall’altra città (Sassari) sede universitaria in Sardegna, per dare manforte ai loro colleghi cagliaritani. UniCa 2.0 ha saputo tenere testa anche a questo, impedendogli fisicamente di fare propaganda elettorale mentre i seggi restavano aperti.

Una vittoria conquistata col sudore della fronte, alle 15.40 di giovedì, quando manca ormai poco alla chiusura dei seggi, la fatica inizia ad avere il sopravvento e il risultato è dubbio per tutti quanti. Dopo poco tempo iniziano ad arrivare i primi risultati dal seggio del Palazzo delle Scienze, poi la cittadella e la notizia del successo spropositato anche in lettere, cuore pulsante di UniCa 2.0. Tutti attendono l’ultimo seggio infine, che inizia tardi il suo spoglio. Nel frattempo alle 17,30 la facoltà d’ingegneria è stracolma di sostenitori e militanti accorsi da diverse facoltà, e anche li esplode il grido di gioia perché CL ha preso meno della metà dei nostri voti e l’entusiasmo è incontenibile. Parte il corteo dall’aula magna d’ingegneria che fa uscire tutti gli studenti dalle biblioteche e dalle aule, poi rotta verso lettere con la breve assemblea che decreta la “deciellinizzazione” dell’ateneo di Cagliari, infine tutti alla sede di UniCa 2.0 per i festeggiamenti, dodici ore ininterrotte di grida, balli, canti di lotta, fiumi di birra e durante il tragitto riecheggia per le strade cagliaritane “Oh ciellino non t’incazzare, l’importante è partecipare!”.

I Giovani Comunisti sono fieri di aver creduto nel progetto di UniCa 2.0, una realtà organizzata che ambisce a diventare punto di riferimento per tutti i giovani studenti che arrivano all’università. Sono fieri di aver creduto nella candidatura di Alice Marras fin dall’inizio, una compagna dalla sincerità politica che rasentava l’esagerazione a inizio campagna e che ha saputo costruire intorno a se consenso, entusiasmo, voglia di crederci fino in fondo. Stimolando tutti a partecipare ha diffuso una grinta che ci ha permesso di non sentire la fatica, di dormire poco la notte per scrivere il programma o per fare i volantini e nonostante tutto alzarsi sempre attivi al mattino, per un nuovo giorno di campagna elettorale, ritagliato fra lo studio e le necessità umane indispensabili.

Nei prossimi anni Alice avrà bisogno di essere supportata, avrà bisogno di un gruppo che le permetta di lavorare in modo adeguato, che sia capillare nelle facoltà e che permetta di espletare le ambizioni del programma presentato agli studenti, quel gruppo è UniCa 2.0 e Alice sarà la voce di tutti gli studenti nel CDA dell’ERSU tramite UniCa 2.0. Il contributo dei Giovani Comunisti all’interno del progetto sarà massimo e il supporto concreto e costante come in questi mesi è avvenuto negli altri versanti della vita politica del gruppo.

Una svolta epocale quella degli studenti a Cagliari, un esempio per la sinistra Cagliaritana, non troppo abituata a vincere nel capoluogo sardo. Un successo che occorre analizzare e sul quale tentare di estrapolare una metodologia da esportare in altri contesti, non solo perché vincente, ma perché utile agli studenti in questo caso, ai cittadini più in generale.

UniCa 2.0 ha creato il voto d’opinione nell’ateneo sardo, ha ridato fiducia alla rappresentanza come utile strumento di trasformazione, di intervento concreto. Una rappresentanza che non è delega passiva, ma sinonimo di partecipazione, vissuta non in senso stretto ma come attività tesa a intervenire in maniera attiva sulle questioni politiche fondamentali, tesa a contrastare quei provvedimenti che attaccano il diritto allo studio e mercificano il sapere.

UniCa 2.0 è stata tutto questo, ha assunto credibilità lavorando alla base, sforzandosi di risolvere i problemi quotidiani degli studenti dando risposte concrete. Ha raccolto il consenso anche di studenti di diversa estrazione politica attraverso un lavoro egemonico sul piano culturale, che non lascia spazi politici alternativi intorno al suo progetto.

Ponendo la battaglia generazionale fra i suoi capisaldi, la vittoria ottenuta riecheggia come un fulmine a ciel sereno nella politica sarda, perché ha lanciato il segnale di una generazione che avanza decisa, pronta a riappropriarsi di un futuro del quale è stata derubata.

Adesso davanti a UniCa 2.0 un anno e mezzo senza elezioni e distrazioni di sorta sul suo percorso, un anno e mezzo in cui fortificare il risultato ottenuto facendolo fruttare affinché si lavori in modo adeguato. Il gruppo e i suoi rappresentanti hanno avuto bisogno di diverso tempo per trovare una quadra, ora il progetto è pronto a ripartire. Proprio sulla scia del nome scelto: UniCa “Due punto zero”. Come la seconda versione di un software, nell’era di internet, dei social network, dei progetti wiki, del free software, quel socialismo del futuro, quell’idea di cooperazione e lavoro comune che dovrebbe sostituire l’individualismo, superare le contraddizioni di una società come la nostra che pensa all’istruzione come un servizio e non un diritto.

Noi comunisti continueremo a lottare, perché questa non è una battaglia corporativa, ma una delle frontiere fondamentali di una lotta più ampia tra capitale e lavoro, tra chi vuole un università pubblica, di qualità, accessibile a tutti e chi vuole un università d’élite per pochi, tra chi vuole una nazione di cittadini e chi una nazione di servi.

MATTEO QUARANTIELLO

Coordinatore Regionale GC Sardegna

Rappresentante degli studenti nel CDA dell’università di Cagliari per UniCa 2.0

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