Il padrone sfonda il picchetto. Ferito un operaio

di Simone Oggionni Vi ricordate il lancio di uova dei lavoratori della Same di Treviglio contro la sede della Cisl di qualche settimana fa? E vi ricordate l’elenco infinito di dichiarazioni scandalizzate e piene di ipocrisia dei vari esponenti politici locali (di destra e di centro-sinistra), di dirigenti di Confindustria e pure di qualche sindacalista amico degli industriali?

Bene: chiedo a ciascuno di loro di dire che cosa pensano di quello che è accaduto ieri mattina davanti alla Same, quando un dirigente dell’azienda, Angelo Ripamonti, ha prima travolto con la propria auto davanti ai cancelli unrappresentante della Fiom che stava manifestando, insieme ai suoi compagni, in un sit-in regolarmente autorizzato; e dopo, rifiutandosi di prestargli soccorso, ha pure avuto l’arroganza di minacciarlo, chiedendogli nome, cognome e numero di matricola.

Questa è la violenza che va contestata, contrastata, combattuta tenacemente con il concorso di tutte le forze democratiche. Questa è la cultura di chi oggi sta licenziando e lasciando a casa migliaia di lavoratori in tutta Italia, e anche nella nostra provincia di Bergamo, e di chi con la scusa della crisi chiude le fabbriche in Italia per riaprirle all’estero.

Per inciso: i lavoratori della Same non erano in presidio perché fannulloni, ma perché ritengono scandaloso (noi con loro) che i vertici dell’azienda abbiano interrotto il tavolo della trattativa per il rinnovo del contratto aziendale.

Della serie: prima ti levo i diritti, poi mi rifiuto di discuterli con te e poi, se non si fosse ancora capito chi è il padrone e chi è lo schiavo, ti investo pure con l’automobile.

SIMONE OGGIONNI

Portavoce nazionale Giovani Comunisti/e

5 Novembre 2010

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