Gli operai non si piegano!

di Daniele Maffione Ribellarsi è un dovere! La lotta contro l’accordo separato siglato dai vertici aziendali della FIAT e dalle principali sigle sindacali, escluse la FIOM, è una lotta contro la fame, la distruzione del contratto nazionale di lavoro e l’abolizione dei diritti costituzionali, fra cui il diritto di sciopero. Ma rappresenta anche l’odierna lotta fra capitale e lavoro, in cui una minoranza combattiva non si piega agli attacchi padronali. Il referendum voluto dall’azienda e svoltosi nello stabilimento FIAT di Pomigliano d’Arco, in un clima d’intimidazione e ricatto dei lavoratori, non ha sortito gli effetti desiderati dalla Confindustria e dal governo Berlusconi, poiché se è vero che la maggioranza dei votanti si è espressa per il “sì” all’accordo, è pur vero che il fronte del “no” ha raggiunto una percentuale ben al di sopra delle aspettative, con oltre il 36% dei consensi. Si dovrebbe aggiungere che l’azienda, sperando di raccogliere ulteriore consenso, ha pagato la giornata lavorativa a migliaia di lavoratori, che sono da oltre due anni in cassa integrazione.

Il mancato plebiscito sul piano Marchionne, controfirmato dalle sigle sindacali vendute alla FIAT, è indice del malessere degli operai e degli impiegati italiani, che ormai da due anni pagano con le proprie tasche la crisi. Il ricatto dell’azienda, che viola le principali norme di contrattazione sindacale e rimette in discussione i diritti sanciti dalla Costituzione della Repubblica, non convince neppure i lavoratori che hanno sostenuto l’accordo separato, poiché la politica dei “sacrifici” non piace a chi di sacrifici ne fa quotidianamente per vivere. In Campania, come in tutta Europa, devono essere garantiti i posti di lavoro ed il potere d’acquisto dei salari.

La lotta combattuta dalla FIOM è divenuta un simbolo ed esprime le ragioni di chi non si vuole piegare ai ricatti padronali. Dimostra altresì agli apologeti della “fine della lotta di classe” com’è possibile nel XXI secolo costruire un’opposizione sociale determinata e compatta, in barba a tutti i nuovismi della “sinistra vincente”, che corre dietro la Confindustria. Però è doloroso ascoltare le parole del segretario del PD Bersani, che auspica ancora una volta che “si abbassino i toni” tra lavoratori e padroni. Questa crisi, invece, dimostra sempre più come gli interessi del capitale siano profondamente diversi dagli interessi dei lavoratori. Non a caso, con il pretesto dell’emergenza, i capitalisti italiani hanno fretta di chiudere i conti con le conquiste del movimento operaio del’900 e con la stessa Costituzione, come dimostra l’attacco del governo all’art. 41 e, nei fondamenti, allo stesso art. 1 della Carta costituzionale.

La crisi però mette in luce l’inconsistenza delle opposizioni parlamentari, che non difendono gli interessi dei lavoratori. Occorre costruire una nuova sinistra e, con essa, un soggetto rivoluzionario capace di mettere in discussione le fondamenta del capitalismo e dello sfruttamento.

I comunisti e la sinistra devono mobilitarsi in difesa della Costituzione, dello Statuto dei Lavoratori e del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, chiedendo ai padroni di pagare i danni della crisi che hanno generato.

Venerdì 25 giugno, nostro impegno è di aderire allo sciopero promosso dalla CGIL e scendere in piazza al fianco dei lavoratori, caratterizzando la nostra presenza chiamando all’unità di tutte le lotte, poiché anche dentro il sindacato più grande d’Italia c’è chi vorrebbe cedere alle pressioni della Confindustria e ridurre i lavoratori e le loro rappresentanze sociali al ruolo di semplici spettatori dei licenziamenti e delle ristrutturazioni aziendali.

Dietro il “no” della FIOM a Pomigliano d’Arco c’è la lotta di classe, che si ripropone con forza ed attualità. In continuità con essa arriva la lettera del gruppo di operai polacchi della FIAT di Tichy, che invita gli operai italiani a “resistere”. La risposta degli operai italiani non si è fatta attendere: nel giorno del referendum, in varie parti d’Italia, ci sono stati scioperi e mobilitazioni contro le prove tecniche di fascismo proposte nello stabilimento di Pomigliano. La vecchia talpa scava ancora… L’unica strada da seguire è quella della lotta!

DANIELE MAFFIORNE

Coordinamento nazionale Giovani Comunisti

24 Giugno 2010

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