Ultras in piazza per i diritti sociali e la libertà di movimento

C’era una volta il calcio dei sentimenti, dei sogni ancora possibili, dei numeri di maglia che raccontavano l’uomo prima del giocatore: il portiere era il numero uno, il numero quattro era il mediano, il numero sette volava sulle ali,il numero dieci era il fantasista.
Erano i tempi di un pallone eroico e romantico, con i campioni che nascevano all’oratorio e morivano in osteria,di giocatori che quando giocavano sputavano sangue ed onoravano le maglie,un calcio popolare,un calcio dove esistevano ancora i giocatori considerati bandiera, purtroppo un calcio che fu che ha lasciato il posto all’odierno calcio moderno, un calcio fatto da tv, biglietti nominali,biglietti con prezzi troppo cari con restrizioni, schedature,tornelli, leggi anti ultras.
Ma il movimento ultras non si è mai piegato non ha mai smesso di lottare per un ideale,per la squadra della propria città macinando km e km solo per sostenere in ogni stadio ovunque esso sia la propria squadra del cuore.
Anche oggi sono in piazza,vengono da tutte le parti d’Italia,hanno lasciato per un giorno gli screzi fra gruppi,le diverse idee politiche a casa e si sono uniti in piazza a Roma per chiedere diritti sociali e per difendere la libertà di movimento contro questa benedetta tessera del tifoso che altro non è che la schedatura delle persone che si recano allo stadio.
Le battaglie condotte dal Movimento Ultras Italiano in questi anni sono molteplici: dalla battaglia contro il cosidetto Calcio Moderno,alla battaglia contro il caro biglietti,alla battaglia per riportare nelle curve di’italia gli stumenti del tifo popolare (striscioni, bandiere, megafoni, fumogeni) sino ad arrivare alla battaglia piu’ recente quella per l’abolizione della tessera del tifoso.
La tessera del tifoso è un nuovo strumento rilasciato (dietro pagamento) dalle società di calcio e dalle questure andrà a sostituire i biglietti cartacei e gli abbonamenti, sarà l’unico modo per accedere agli stadi e con il tempo diventerà anche tessera punti (accumulabili soprattutto con l’acquisto nei negozi convenzionati), bancomat, carta prepagata insomma un vero e proprio business alle spalle dei tifosi e degli Ultras.
Chiunque abbia avuto, anche in passato, un daspo, non potrà avere la tessera questo significa che se nel 1991 un tifoso ha avuto un daspo di un anno, e lo ha scontato, non potrà mai più andare allo stadio. Anche se nel frattempo è diventato una persona matura, se non è recidivo e via dicendo. Addirittura, anche se è stato assolto nel procedimento penale che ha dato origine al Daspo.
Chiunque ha avuto una condanna, anche solo in primo grado, per reati “da stadio”, non potrà avere la tessera del tifoso. Questo significa che se nel 1989 – venti anni – fa – un soggetto ha commesso un reato da stadio e per quello è stato condannato non potrà avere la tessera del tifoso. L’assurdità è che un delinquente comune può essere riabilitato dopo tre anni,un tifoso di calcio mai.
Un altra legge che nega la libertà di movimento,che è dichiaratamente anticostituzionale e che nega i diritti ad ogni libero cittadino, però gli Ultras sono ancora vivi anche contro chi li vorrebbe vedere morti,contro chi vorrebbe uno stadio stile cinema,dove ognuno paga il proprio biglietto e resta in silenzio a godersi lo “spettacolo”,contro chi è costretto ogni domenica a firmare in tutte le questure d’italia.
Loro diranno sempre no, perché essere Ultras vuol dire amicizia,fratellanza, solidarietà, rispetto ma soprattutto perché come dicono loro “la vostra repressione non fermerà mai la nostra passione”.

JACOPO RICCIARDI
Osservatorio Nazionale sulla Repressione Prc-Se

SIMONE OGGIONNI
portavoce nazionale Giovani Comuniste/i

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