Sciogliere immediatamente tutte le organizzazioni fasciste!

Intervento di Simone Oggionni, da Liberazione di oggi
Lunedì mattina l’ennesimo episodio, descritto su queste pagine da Daniele Nalbone. A Tor Vergata, all’interno dell’Università, l’ennesimo atto di squadrismo fascista, l’ennesima aggressione, l’ennesimo atto di violenza politica, di recrudescenza di una malattia – l’estremismo di destra nel nostro Paese – che troppe volte abbiamo pensato di avere debellato. Ora bisogna interrogarsi rapidamente non soltanto sulle cause, ma anche e, forse, principalmente, sulle contromosse.
Perché dilaghi il neofascismo, in Italia e in tutta Europa (basti pensare al recente exploit dell’estrema destra alle elezioni amministrative in Olanda e, in questi giorni, al risultato straordinario del Front National di Le Pen in Francia), è purtroppo sin troppo facile da capire. Il riemergere cronico delle pulsioni più barbariche della civiltà europea, i guasti del capitalismo e della crisi, l’incapacità delle classi dirigenti liberali di dare risposte ed evitare il conflitto orizzontale tra i segmenti sociali più deboli, la sconfitta culturale e la crisi di radicamento della sinistra tra le classi popolari, la complicità istituzionale degli eredi del Msi. Tutto vero, tutto facilmente comprensibile.

Ma ora dobbiamo passare dall’analisi all’iniziativa. Anzi: alla controffensiva.

Primo punto. Occorre una battaglia tutta politica per la legalità costituzionale. Proprio in queste settimane in cui la Costituzione è così pesantemente sotto attacco, perché sotto attacco sono le regole elettorali, il ruolo di garanzia e controllo che la nostra Carta assegna al Presidente della Repubblica, tutti i principi basilari dello Stato di diritto, nonché la centralità fondativa del lavoro e della sua dignità, bisogna coinvolgere in questa difesa democratica la XII disposizione transitoria e finale e lanciare un’offensiva sul terreno antifascista. Avviamo con forza una campagna per chiedere la soppressione immediata di tutte le organizzazioni fasciste. Tutte, comprese quelle a cui compiacenti amministrazioni di centrodestra, come a Roma, assegnano spazi e concedono una visibilità e una agibilità politica sconcertante. Deve passare il principio secondo il quale le formazioni di stampo fascista non possono avere, nella nostra comunità democratica, alcun diritto di espressione e di manifestazione.

Secondo punto. Occorre agire allo scopo di contestare sistematicamente tutte le iniziative pubbliche di estrema destra, a maggior ragione quelle che hanno luogo all’interno di strutture pubbliche. Non è più tollerabile che Università pubbliche concedano aule per la propaganda e la diffusione di idee razziste, antisemite, anti-egualitarie, anti-democratiche. E ciò – la contestazione sistematica di queste iniziative – non può essere demandato esclusivamente alla buona volontà dei movimenti o dei centri sociali oppure alla stanca liturgia istituzionale delle fasce tricolori e delle commemorazioni: serve un lavoro capillare, di massa, politicamente organizzato, che coinvolga tutti, in un fronte permanente delle associazioni e delle forze politiche e sociali antifasciste.

Terzo punto. Si sente ormai il bisogno di tutelare le nostre compagne e i nostri compagni che quotidianamente rischiano la propria incolumità. Occorrono strutture pronte ad intervenire in ogni circostanza, pronte a difendere chi distribuisce volantini, fa attacchinaggio, piccole manifestazioni, iniziative di protesta. Si tratta il più delle volte di compagne e compagni molto giovani.

In questi giorni, sette anni fa a Milano veniva assassinato Davide “Dax” Cesare, un giovane militante dell’Officina di Resistenza Sociale di Milano. Venne assassinato a freddo, premeditatamente, da tre neofascisti armati di coltelli. Quanti Dax devono morire ancora prima che si assuma fino in fondo e definitivamente la consapevolezza che la Resistenza contro i fascisti non è ancora finita perché, ancora, non siamo riusciti a sconfiggere movimenti, idee, istanze, valori che hanno a che fare, in molteplici forme, con il fascismo?

Penso che sia arrivato il momento per il partito, e in primo luogo per le/i Giovani Comuniste/i, di prendere in mano seriamente la questione e agire conseguentemente.

Campagna per lo scioglimento immediato delle organizzazioni neofasciste, unità delle forze democratiche e vigilanza permanente, strutturazione di un livello di autodifesa a tutela dei nostri compagni: tre indicazioni e tre obiettivi sui quali possiamo iniziare a discutere e a lavorare.

SIMONE OGGIONNI
Portavoce nazionale Giovani Comuniste/i

da Liberazione del 18 Marzo 2010

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